Focus su Scarlattina e Bronchioliti

Focus su Scarlattina e Bronchioliti

9 Febbraio 2023 di: Angelo Milazzo 0

Streptococco beta-emolitico

Impegnati a combattere tutta la varietà di virus respiratori che affliggono i bambini in questo periodo, ci eravamo dimenticati dell’agente batterico patogeno più frequente, lo Streptococco beta-emolitico di gruppo A. La necessità di identificarlo, anche mediante tampone rapido, ci è stata imposta da una patologia da esso causata che sta diventando sempre più frequente, soprattutto tra i bambini delle scuole materne, la scarlattina. Questa è l’unica malattia esantematica causata da un batterio, lo Streptococco per l’appunto. Questo può produrre una proteina denominata eritrogenica che, nei soggetti sensibili, provoca un’eruzione cutanea dal colore tipicamente rosso (da cui il nome di scarlattina). Il contagio si verifica prevalentemente per via aerea, attraverso le goccioline di saliva. Senza terapia antibiotica, il contagio può avvenire fino a 2-3 settimane dalla comparsa dei sintomi. La terapia antibiotica permette la guarigione e la riammissione alla frequenza scolastica entro pochi giorni. L’esistenza di diversi ceppi di Streptococco Pyogenes consente alla malattia di tornare a manifestarsi, nel tempo. I sintomi più tipici sono faringodinia, ipertrofia tonsillare, febbre, linfoadenopatia cervicale, malessere generale. L’esantema, molto tipico, compare in prima istanza in corrispondenza del viso. Ha colore rosso-scarlatto, ad eccezione delle zone di naso, bocca e mento. I puntini e le chiazzette rosse sono molto vicine tra loro, dando un’esantema omogeneo, il cui rossore svanisce con la pressione (segno della “mano gialla”). Dal viso, l’esantema si diffonde al torace a agli arti. L’enantema è rappresentato tipicamente da un rivestimento biancastro che desquama presto, e lascia la lingua di un colore rosso vivo (lingua a fragola o a lampone). In assenza di terapia antibiotica effettuata entro 10 giorni lo Streptococco può innescare complessi meccanismi immunologici che possono determinare malattia reumatica, o glomerulonefrite o infezioni suppurative.
Lo Streptococco è a tutt’oggi sensibile praticamente a tutti gli antibiotici. Non è sensibile solo ad alcuni chemioterapici, tipo il Bactrim. Con la terapia, la malattia si risolve in 4-5 giorni, nella sua globalità. L’antibiotico di prima scelta resta sempre l’amoxicillina. Questo rappresenta il rimedio con minori eventi avversi e decisamente a più a basso costo. Purtroppo la recente ondata di infezioni, insieme ad altri problemi, tra cui ritardi di produzione e difficoltà di capacità produttive, hanno determinato carenze di antibiotici, ed in particolare difficoltà a reperire farmaci a base di amoxicillina. Il prezzo troppo basso ha indotto la casa farmaceutica Pfizer a non produrre più lo storico Zimox. Le autorità sanitarie ci rassicurano ma, a tutt’oggi, i medici siamo stati costretti a fare ricorso a farmaci “equivalenti”, o ad altri antibiotici, tenendo conto delle “disponibilità giornaliere” delle farmacie. 

Virus Respiratorio Sinciziale

Il Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) è l’agente infettivo respiratorio che più frequentemente è causa di infezioni respiratorie nei bambini e nei neonati di tutto il mondo. Quasi tutti i bambini si infettano almeno una volta entro i primi 2 anni di vita. Almeno il 20% sviluppa una forma di infezione delle basse vie respiratorie, come bronchioliti e polmoniti. Oltre il 2% dei bambini piccoli sviluppa un’infezione di severità tale da richiedere l’ospedalizzazione. La terapia ospedaliera si basa essenzialmente sulla reidratazione e sull’ossigeno-terapia. La terapia con antibiotici, corticosteroidi e beta -2 agonisti viene effettuata, nel dubbio di una sovrainfezione batterica, ma, a tutt’oggi, non abbiamo farmaci specifici contro il virus. L’unico anticorpo monoclonale disponibile è il palivizumab, un IgG1 umanizzato che attacca la proteina F dell’RSV. La profilassi con palivizumab impone somministrazioni mensili, con almeno 5 dosi tra i mesi di novembre e di marzo. A causa di tutte le restrizioni imposte, l’anticorpo tende ad essere utilizzato in meno del 5% dei neonati. Tra i vari nuovi anticorpi in sperimentazione, solo il nirsevimab è il più prossimo alla disponibilità. Questo nuovo farmaco consentirebbe, con un’unica somministrazione, una protezione di almeno 5 mesi, e quindi di tutto il periodo invernale. Il miglior rapporto costo-benefici consentirebbe l’estensione della profilassi a tutti i neonati. L’unico vaccino in fase avanzata di sperimentazione è stato studiato finora solo in soggetti anziani.

 

   

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

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