Un articolo del Dr. Andrea Mangiameli, Consigliere Cao Catania
Ultimamente sui social si dibatte su di un film proposto su una piattaforma online che demonizza il trattamento endodontico. Il film dal titolo “ The Root Cause”, è la storia ,vera oppure no, di un cineasta australiano che da giovane dovette subire una terapia canalare per il trattamento di un dente fratturato per trauma. Il protagonista racconta come, subito dopo il trattamento endodontico, la sua saluta sia via via peggiorata per la comparsa di attacchi di panico sempre più frequenti e continua stanchezza. Non potendo accettare una qualità di vita cosi scadente, inizia un percorso terapeutico che presto diventa un vero e proprio viaggio. Si allontana progressivamente dalla medicina convenzionale, condivide regimi alimentari improbabili e forse pure bizzarri, trattamenti alternativi di ogni tipo, consulta guru e sciamani, fino a giungere all’incontro con un medico olistico che attribuisce tutti i mali sopraggiunti al dente trattato endodonticamente. Inizia così un dibattito sull’argomento che coinvolge molteplici specialisti ed esperti, prendono a favore di questa tesi medici cui negli Stati Uniti è stata ritirata la licenza di esercizio della professione medica. Gli studi presentati in questo film documentario, finalizzati a supportare la tesi che il trattamento endodontico causi l’insorgenza di altre patologie, son stati dichiarati nulli. Ecco alcune delle fantomatiche prove scientifiche che sono state fornite dai sostenitori di questa tesi:
- Soltanto in Odontoiatria un organo necrotico viene lasciato in sede, nelle altre branche della medicina viene tolto;
- Il 96% dei pazienti con neoplasia ha subìto terapie endodontiche nel corso della vita;
- Il 98% di donne con diagnosi di neoplasia mammaria ha subìto almeno un trattamento endodontico ad un dente situato omolateralmente al seno affetto. Questo assunto in coerenza con la teoria del sistema dei meridiani e della trasmissione dei flussi energetici all’interno di essi;
- La maggior parte dei pazienti con malattie croniche degenerative e/o malattie sistemiche e/o autoimmuni ha subìto almeno un trattamento endodontico;
- Il trattamento endodontico è la prima causa di infarto;
- Il trattamento endodontico aumenta rischio di tumore alla prostata;
- Tutti i denti trattati endodonticamente son infetti perché non sarebbe possibile detergere completamente un dente cosi inevitabilmente rimarebbero batteri;
- Anche con l’avulsione del dente i batteri residuerebbero quindi bisognerebbe disinfettare l’alveolo ed i tessuti circostanti;
Voglio condividere con Voi la posizione delle maggiori Società Scientifiche Italiane di Endodonzia, Società Italiana di Endodonzia (SIE) ed Accademia Italiana di Endodonzia (AIE) che tra l’altro è in perfetta sintonia con le posizioni della International Federation of Endodontic Association( IFEA) ,dell’American Association of Endodontists ( AAE) e dell’European Society of Endodontology (ESE): Queste società ribadiscono e documentano che le prove scientifiche, cliniche ed epidemiologiche disponibili nella letteratura ufficiale internazionale non supportano l’affermazione che “ I pazienti che hanno ricevuto uno o più trattamenti endodontici sono posti a maggior rischio di sviluppo di malattie sistemiche a causa di questi trattamenti “. Più di 25 milioni di trattamenti endodontici vengono effettuati ogni anno in modo sicuro, predicibile ed efficace. Quando un’infezione in un dente richiede un trattamento endodontico, il trattamento stesso ha la finalità di eliminare i batteri dal canale radicolare infetto, di prevenire la ricontaminazione e di salvare il dente stesso. La maggioranza dei denti trattati endodonticamente sono sani, resistenti e permangono tali per tutta la vita del paziente. Le persone sottoposte a un trattamento endodontico non hanno maggiore o minore probabilità di ammalarsi rispetto alle altre persone e non vi è alcuna ragione per evitare questo trattamento. In presenza di infezione del sistema canalare, non è giustificata l’estrazione di un dente che può essere trattato endodonticamente: l’estrazione rappresenta un danno arrecato alla salute del paziente, può influenzare negativamente sia i denti adiacenti che antagonisti, richiede riabilitazione con trattamenti aggiuntivi e conseguente dispendio di tempo e denaro. La dimostrazione di un’associazione, ossia la presenza concomitante tra due malattie, non dimostra affatto l’esistenza di una relazione di causa ed effetto tra le due patologie. Per affermare che una malattia, o una procedura di trattamento della stessa, sono causa di un’altra patologia, occorre fornire supporto all’ipotesi mediante studi condotti in modo metodologicamente corretto, fondati sull’Evidence Based Medecine che confermino la relazione stessa. Al momento non esiste alcuno studio che dimostri che il trattamento endodontico causa altre patologie. In conclusione, sono totalmente e inequivocabilmente prive di fondamento le affermazioni di coloro che sostengono l’esistenza di un rapporto di causa ed effetto tra lesioni infiammatorie di origine endodontica, in denti trattati e non, e sindromi neurologiche, malattie cardiovascolari acute o croniche, tumori. La mia opinione da Odontoiatra appassionato di Endodonzia è che il messaggio da far passare deve essere che un dente se trattato endodonticamente in maniera corretta non causa problemi. La letteratura ci dice che le percentuali di successo del trattamento endodontico vanno dal 93 al 97%. Queste cose dette il consiglio che posso dare ai pazienti è che la parola chiave deve essere sempre e comunque PREVENZIONE: vale per le patologie odontoiatriche e per quelle di ogni altra branca della medicina.