Bartolomeo La Cagnina, titolare del Centro di Riferimento ARTOI per Catania e provincia, spiega in questa intervista cos’è e come non si ponga in alternativa alla terapia tradizionale
– Cosa è la Terapia Oncologica Integrata
– E’ l’evoluzione della terapia oncologica tradizionale, e si pone l’obiettivo primario di ottenere un netto e misurabile aumento della qualità della vita del paziente sottoposto ai vari trattamenti di cura del cancro (Chemioterapia, radioterapia, Farmaci biologici, Chirurgia). Non è assolutamente alternativa alla terapia tradizionale, ma ne è il complemento naturale, e fornisce al malato un trattamento umanizzato e molto più tollerabile dal punto di vista fisico e psicologico. Migliora la risposta cinica complessiva, con una netta diminuzione dell’abbandono delle terapie o del loro rinvio per impossibilità del paziente a “reggerne” l’impatto, ed è ragionevole aspettarsi oltre ad una migliore qualità di vita e risposta alle cure tradizionali, un aumento della sopravvivenza del malato. Si ottiene quindi un miglior controllo della sintomatologia, anche di quella legata strettamente alle terapie (nausea, vomito, astenia, dolore, mielodepressione, neuriti, miocardiopatie, danni cutanei ecc.).
– Cosa si usa
– Utilizza solo metodiche e prodotti sostenuti da ampia documentazione scientifica, con strategie basate sulla EBM – Evidence based Medicine- ( Medicina basata sulle Prove). Quindi non trovano spazio teorie strampalate e antiscientifiche (Hamer e Simoncini ad esempio, ma la lista dei ciarlatani è purtroppo ancora troppo lunga).
Nei principali istituti USA queste pratiche sono una realtà consolidata già dalla fine degli anni 90.
Diversamente che in Italia, negli Stati Uniti una quota crescente di ospedali offre terapie complementari, e a ulteriore dimostrazione della avvenuta integrazione ed efficacia delle CAM negli Stati Uniti, si ha una crescente copertura assicurativa delle spese sostenute per le terapie complementari e integrate.
Tra i centri oncologici di eccellenza che hanno istituito al loro interno servizi di medicina integrata, realizzata da team multi professionali che collaborano con gli oncologi clinici di routine, segnaliamo il Memorial Sloan-Kettering cancer center di New York e il Dana-Farber cancer institute della Harvard University a Cambridge (Stati Uniti), l’ MD Anderson Cancer Center di Houston ( https://www.mdanderson.org/treatment-options/complementary-and-integrative-medicine.html ), la Clinica Mayo (https://www.mayo.edu/research/centers-programs/complementary-integrative-medicine/complementary-integrative-medicine-program/overview?_ga=1.100435422.1908641413.1472893147 ).
Tutti questi centri mettono a disposizione, nei loro siti web, una sezione dedicata alla ricerca sui trattamenti da loro utilizzati, che aggiunge documentazione scientifica di alta qualità a quella già esistente.
– Si può parlare di realtà anche italiana?
– Da molti anni opera sul territorio nazionale una associazione di ricerca, la ARTOI, Associazione Ricerca terapia Oncologica Integrata, (https://www.artoi.it), che riunisce al suo interno varie professionalità: medici, nutrizionisti, psicologi, oncologi, esperti in fitoterapia e nutraceutica, ricercatori, biologi, esperti in radioterapia/ipertermia.Dal periodico e continuo confronto di tutte queste figure nasce e si sviluppano i concetti guida del trattamento. ARTOI celebra annualmente congressi internazionali, la VIII edizione sarà quest’anno a Firenze, i relatori sullo stato dell’arte sono personaggi di rilievo scientifico nazionale ed internazionale.
– Quali gli strumenti della Terapia Oncologica Integrata?
– Sono tutti basati nella Medicina basata sulle Prove (EBM) e con razionale scientifico fondato su centinaia di pubblicazioni reperibili sui principali motori di ricerca specializzati (come Pubmed), messe alla prova nella pratica quotidiana, con la gratitudine dei malati e delle loro famiglie.
La strategia globale poggia sulla considerazione della persona nella sua interezza di corpo e mente.
I capisaldi sono:
• Corretta alimentazione e preparazione dei cibi
• Disintossicazione del paziente (frequentemente con prodotti galenici) fra un ciclo di chemio ed il seguente
• Supplementazione /integrazione di micronutrienti (quando necessaria)
• Fitoterapia
• Nutraceutica
• Immunomodulazione con prodotti di origine naturale (vischio, polisaccaridi da funghi)
• Trattamenti (ambulatoriali o domiciliari) con cicli di somministrazione intravenosa di vitamina C ad alte dosi, se indicato.
• Utilizzo di cannabis terapeutica, nelle modalità approvate dal Ministero della Salute, se indicata.
• Intervento attivo per migliorare lo stato psicologico del malato e dei familiari (basato essenzialmente sulla mindfullness). Su questo ultimo aspetto, a titolo informativo, si visiti https://www.mindfulnessitalia.it/cose/
Diversa dalla psicoterapia per concezione e metodi, la mindfullness è uno dei momenti fondamentali del trattamento.
Sappiamo bene che la sofferenza psicologica è molto superiore a quella fisica per la gran parte della nostra vita, e non fa certo eccezione il periodo di trattamento del cancro.
Solo chi ha sviluppato percorsi di crescita personali può proporre correttamente queste metodiche, dato l’impatto e le implicazioni emotive nella fase di vita estremamente impegnativa del malato e della sua famiglia.
• Ottenuta la remissione, stabilire linee guida per la prevenzione primaria delle recidive