Tecniche mini-invasive per la diagnosi dei tumori polmonari. Calanducci: “Ebus, gold standard”

Tecniche mini-invasive per la diagnosi dei tumori polmonari. Calanducci: “Ebus, gold standard”

28 Giugno 2017 Redazione 0

Si è conclusa a Catania la VI Giornata di chirurgia toracica, presieduta dal dott. Maurizio Nicolosi (nella foto in basso), direttore dell’UOC di Chirurgia Toracica dell’ospedale Cannizzaro,

nel corso della quale hanno relazionato esperti di livello internazionale e nazionale(prof Alifano,prof Granone,prof Rea,prof Scagliotti, prof Monaco, prof Margaritore , prof Migliore e altri). Il prof. J. F. Regnard, ha tenuto una lettura magistrale sui timomi, mentre sul tumore al polmone è intervenuto il dott. Salvatore Strano, su “Fattori prognostici nel Lung cancer T3”. L’aspetto oncologico medico è stato curato dal dott.Giuseppe Banna, con ospiti di rilievo internazionale e nazionale. Tra gli interventi che hanno suscitato maggiore interesse, quello del dott. Francesco Calanducci (nella foto di copertina con Strano), responsabile di Tecniche Endoscopiche e Videochirurgia Toracica dell’ospedale Cannizzaro, attiva nell’ambito dell’UOC di Chirurgia Toracica. Calanducci ha infatti tracciato un report sull’esperienza della procedura di EBUS-TBNA (EndoBronchial UltraSound-guided – TransBronchial Needle Aspiration): agoaspirato transbronchiale eco-guidato, procedura mininvasiva molto avanzata per la diagnosi di patologie polmonari maligne e non, eseguita in pochi centri in Italia, mettendo a confronto Ebus e mediastinoscopie per la stadiazione del cancro del polmone. Sul tema, al corso, è intervenuto anche il prof. Stefano Gasparini di Ancona, uno dei maggiori esperti della pneumologia interventistica, che ha messo a fuoco le possibilità della ecoendoscopia bronchiale ed esofagea  . Dal 2001 al 2012, la Chirurgia Toracica del Cannizzaro ha eseguito 547 mediastinoscopie e 35 mediastinotomie anteriori, per un totale di 582 interventi, in casi di patologia polmonare con interessamento linfonodale mediastinico. A partire dal 2013, si è data la possibilità di eseguire Ebus-Tbna, e in quattro anni, da aprile 2013 a marzo 2017, sono stati trattati 193 pazienti, di cui 103 con mediastinoscopie cervicali e mediastinotomie anteriori e 90 con Ebus-Tbna (nel tempo, l’incidenza della metodica Ebus è cresciuta fino a essere prevalente, tant’è che tra gennaio 2016 e marzo 2017 ne sono stati effettuati ben 54). In 73 di questi 90 casi (ovvero nell’81%) è stato diagnosticato un carcinoma polmonare. Oltre alla stessa certezza diagnostica, l’Ebus offre diversi vantaggi, a partire dalla possibilità di esplorare maggiori stazioni linfonodali. Esso può consentire l’anestesia locale con sedazione o una leggera anestesia generale con maschera laringea, in luogo dell’anestesia generale con intubazione sempre richiesta dalla mediastinoscopia; la degenza media si dimezza da 48 ore a 24 ore nell’Ebus; a parità della durata media della procedura, quest’ultimo non richiede tutte le implicazioni di un intervento chirurgico; e mentre è comparabile la mortalità (comunque a zero), la morbidità è a favore dell’Ebus in quanto esso presenta eventuali complicanze meno gravi. «Possiamo affermare – dice il dott. Calanducci – che l’Ebus-Tbna rappresenta a tutt’oggi il “gold standard” per la stadiazione del turmore al polmone e fornisce informazioni fondamentali con complicanze trascurabili. Risulta di rapida esecuzione, richiede una degenza di sole 24 ore, ha sensibilità e specificità molto elevate. La mediastinoscopia, invece, continua a mantenere il suo ruolo soprattutto nei centri con curva di apprendimento per esecuzione di Ebus-Tbna ancora in corso e per le patologie linfoproliferative e le malattie non neoplastiche». Da sottolineare, infatti, che i nuovi aghi di recente introduzione permettono di eseguire prelievi paragonabili alle biopsie standard, come nella mediastinoscopia, in quanto vengono eseguiti non più soltanto prelievi citologici (cioè cellule) ma anche istologici (ovvero campioni di tessuto), con conseguente maggiore accuratezza diagnostica sia per le patologie maligne, sia – soprattutto – per le patologie benigne (sarcoidosi, granulomatosi) come pure in presenza di prelievi citologici particolarmente ematici. ·La procedura è eseguita in sala operatoria, con la collaborazione degli anestesisti dell’U.O. di Anestesia e Rianimazione con TIPO diretta dalla dott.ssa Maria Concetta Monea, e l’adeguatezza diagnostica dei prelievi (Rapid On Site Evaluation, ROSE) viene effettuata dall’équipe dell’Unità Operativa di Anatomia Patologica diretta dal dott. Filippo Fraggetta. Il dott. Calanducci è affiancato dalla dott.ssa Rosaria Pavia (con l’infermiera Mariella Brancato) e supportato dall’équipe dell’UOC di Chirurgia Toracica diretta dal prof. Maurizio Nicolosi e composta dai medici dott. Petino, Strano, Tornambene, Galatà, Lombardo e Messina e dal coordinatore infermieristico dott. Cannavò.
·In definitiva, l’intervento del dott. Calanducci, oltre all’interesse scientifico, offre uno stimolo a quei centri che si occupano di patologie toraciche, e presentano le professionalità e le competenze adeguate, a dotarsi della strumentazione necessaria all’esecuzione dell’Ebus, che rappresenta oggi la tecnica diagnostica più avanzata nella stadiazione dei tumori maligni toraco-polmonari.

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