Nessun provvedimento da parte dell’Asp a «molti giorni dai tragici eventi di Trecastagni, la violenza subita da una guardia medica lo scorso settembre e dopo le aggressioni al pronto soccorso di Catania di alcuni mesi fa». A denunciarlo lo Smi per voce di Emanuele Cosentino, dirigente nazionale e regionale. «Due gravissimi eventi di violenza nel corso dell’ultimo anno non sono bastati all’Asp per smettere di continuare a bluffare», attacca Cosentino. «Ieri abbiamo letto in un articolo sulla stampa che, per i dirigenti sanitari della parte pubblica, la soluzione ai problemi di sicurezza del settore passa per il taglio dell’assistenza ai cittadini, che verrebbero privati a giorni alterni della propria guardia medica. Così si disorienta la cittadinanza e si offre un contentino ai sindaci che potranno affermare di non aver perso del tutto un servizio essenziale sul territorio. L’accorpamento di alcune guardie» continua il rappresentante dello Smi «non è un rimedio ma solo una misura punitiva nei confronti dei pazienti, nulla infatti si propone ai fini di un vero innalzamento dei controlli. Anzi è anche un danno per i medici perché sono evidenti le ricadute sui posti di lavoro. Ricordiamo che il decreto assessoriale per il riordino del sistema di urgenza emergenza prevede che i singoli presidi di guardia medica siano dotati di automezzo proprio e di relativo autista e come Smi non deroghiamo da tale indicazione, l’unica veramente in grado di innalzare la soglia dei livelli di sicurezza delle guardie mediche. Siamo stanchi di questo gioco al massacro a danno della guardia medica» conclude Cosentino «per questa ragione giovedì scorso come Smi abbiamo anche posto la questione al presidente del Senato, Pietro Grasso, e inviato un appello ai ministri Minniti e Lorenzin. È urgente dare risposte all’emergenza sicurezza nella sanità pubblica. Chiediamo oggi al Prefetto, all’Assessore alla salute, al Presidente della regione siciliana, l’immediata rimozione del direttore generale e del direttore sanitario dell’Asp, vista l’assenza di volontà a trovare risposte adeguate a un problema che mette a rischio la tenuta dei servizi sul territorio e la tutela del diritto alla salute per i cittadini. Lo Smi si prepara a dure manifestazioni di protesta compreso lo stato di agitazione dei medici della guardia medica della provincia».