Presente negli ambienti di vita e di lavoro può provocare gravi danni alla salute della popolazione generale e dei lavoratori. L’argomento, noto da tempo (si può dire sin dall’antichità), è stato approfondito in occasione del seminario tenutosi lo scorso 5 maggio presso l’hotel Villa Itria di Viagrande (CT). Responsabile scientifico dell’evento, organizzato dall’associazione “Salute Sicilia” e accreditato ECM per medici del lavoro, igienisti, medici legali e di medicina generale, era il dr. Ernesto Ramistella, coordinatore della Commissione Nazionale per l’attività professionale dei medici competenti della SIML (Società Italiana di Medicina del Lavoro). Il convegno è stato introdotto dalla brillante relazione del dr. Mario Giorgianni, medico competente del Policlinico universitario di Messina ed esperto del tema specifico, che ha illustrato con dovizia di particolari le caratteristiche del “rumore” negli ambienti di vita e di lavoro e su come condurre, in modo adeguato, la valutazione per la prevenzione dei possibili danni sanitari. Subito dopo la prof.ssa Gea Oliveri Conti, docente presso l’Istituto di Igiene dell’Università di Catania, si è soffermata sugli effetti extra-uditivi dannosi dell’elevata rumorosità ambientale nel corso della vita di tutti i giorni, anche nei momenti di riposo e di relax e per quanto riguarda tutte le fasce di età, portando all’attenzione dei partecipanti anche alcuni interessanti dati relativi alla città di Catania e al suo immediato hinterland. Dopo un rapido coffee-break, il dr. Antonio Naso, specialista ORL, si è soffermato sulle principali patologie dell’apparato uditivo, con particolare attenzione ai quadri otoscopici più comuni, alla patogenesi dei traumi acustici acuti e cronici e ai più importanti presidi strumentali diagnostici di primo e secondo livello. Il dr. Giuseppe Pollaci, dirigente medico di II livello dell’INAIL di Catania, ha quindi rammentato all’uditorio come la “sordità da rumore” rimanga a tutt’oggi una delle malattie professionali più denunciate all’ente assicuratore e ha rappresentato diversi casi concreti giunti all’attenzione dell’area medica, mettendo in evidenza i rispettivi risvolti medico-legali, assicurativi e sociali. Nel successivo intervento il dr. Teo Raciti, medico di Medicina Generale, si è intrattenuto sul ruolo fondamentale svolto dai medici di base in tutti i casi di ipoacusia – inizialmente sempre riferiti al medico di famiglia – e alla necessità che tali studi medici possano essere dotati di adeguata strumentazione per inquadrare correttamente sin dall’inizio la patologia sottesa al deficit uditivo con l’obiettivo di consigliare agli assistiti, oltre all’individuazione e alla prescrizione dell’eventuale piano terapeutico, le modalità più adatte prevenire e/o a ridurre l’aggravamento del danno all’organo dell’udito. Il dr. Ramistella, infine, ha concluso il seminario riepilogando i principali aspetti del danno uditivo ed extra-uditivo dell’esposizione a rumore, individuando le esposizioni lavorative e la legislazione vigente, soprattutto per quanto riguarda i luoghi di lavoro, facendo presente i protocolli di sorveglianza sanitaria da mettere in atto per monitorare (e scongiurare) la eventuale insorgenza e la progressione delle ipoacusie da rumore e i possibili rimedi collettivi e/o individuali da porre in atto nel settore industriale e in agricoltura, senza tralasciare alcuni ambienti peculiari anche del settore terziario ove può realizzarsi una elevata (talora inaspettata) rumorosità ambientale. Alle relazioni è seguito un animato e partecipato dibattito con domande e osservazioni pertinenti da parte dei medici presenti, che hanno mostrato di aver ampiamente apprezzato gli interventi e la tematica trattata nel convegno.