Un articolo del Prof. Guido Scalia, direttore Laboratorio Analisi P.O “G. Rodolico” -AOU Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania
Il nuovo coronavirs 2019 (2019nCoV), di cui si parla molto in questi giorni a causa dell’epidemia che ha provocato in Cina, rappresenta certamente un elemento di attenzione per la salute pubblica ma, al momento, in Europa e soprattutto in Italia, non è da considerarsi in termini di estrema allerta sanitaria. La concomitanza con altre forme epidemiche può ingenerare allarme anche ingiustificato. La sintomatologia iniziale,infatti, è poco specifica e molto simile ad altre sindromi respiratorie incluse influenza e altre patologie virali o batteriche. È importante,quindi,valutare se il soggetto affetto da sindrome respiratoria sia stato esposto a fonti di rischio di contagio specifiche per 2019CoV (viaggi in zone di rischio epidemico ecc.). La mortalità connessa a questa infezione è ridotta rispetto ad altre forme epidemiche precedenti. L’arma fondamentale è rappresentata dalla riduzione della diffusione dell’epidemia grazie a una catena sanitaria che, in primo luogo, esegua una corretta diagnosi di laboratorio che consenta l’isolamento dei soggetti infetti. Come in ogni caso di allarme epidemico degli anni passati, dalla SARS alla MERS all’influenza H1N1, il laboratorio di Virologia del P.O. “G. Rodolico” del Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania è già in prima linea per una corretta diagnosi biomolecolare specifica che sarà già disponibile in tempi brevissimi grazie all’attività di personale scientifico specificamente titolato. Si ribadisce che al momento non c’è un allarme di alto livello e che le strutture sanitarie, avvalendosi di un’adeguata diagnostica virologica rapida, sono in grado di affrontare l’eventuale emergenza.