Riflessioni e sfoghi sui processi mediatici

Riflessioni e sfoghi sui processi mediatici

30 Marzo 2017 Redazione 0

Il 25 Marzo nel salone del Palazzo della Cultura di Catania, è stato presentato il libro “Il soffio” della dott. Maria Ausilia Palermo.  L’incontro è stato moderato dalla dott. Rossella Jannello, giornalista. Hanno dibattuto sul libro e sugli interrogativi che pone la prof. Ausilia Mastrandrea, consigliere comunale, lo scultore di Caltabellotta Maestro Salvatore Rizzuti, il dott. Giuseppe Crisafulli, psichiatra, l’avv. Paolo Spanti, la prof. Anna Clara Rizzo Giacobbe ed infine il dott. Gaspare Edgardo Liggeri, presidente della Carthago edizioni, che ha editato il volume. Il libro racchiude pensieri e riflessioni dell’autrice, medico ginecologo, che coinvolta in un evento professionale e umano assai doloroso, continua a lavorare in silenzio e trova nella scrittura l’unico mezzo di sfogo. Si tratta di un evento che ha segnato la vita professionale e personale della dott. Maria Ausilia Palermo; evento tristemente noto come “il caso della piccola Nicole” avvenuto il 12 Febbraio 2015. Non entra in merito ai fatti l’autrice, che attende il pronunciamento della Magistratura, ma punta l’attenzione sulla nuova forma di processo che si fa sempre più strada: il processo mediatico, il processo fatto da chi, non presente ai fatti, né tanto meno conoscendoli da vicino, si eleva a giudice implacabile, costruendo il “mostro” da colpire e flagellare, noncurante dell’intensa amarezza e sofferenza provata da chi nel cuore della notte, senza essere di turno, senza essere reperibile, ma solo per la passione lavorativa e per autentica empatia, come ha fatto migliaia di altre volte, vuole assistere le pazienti e ne condivide le emozioni. Non viene accettato – è la triste considerazione della dott. Palermo – che l’atto medico possa avere un esito negativo: chi va per aiutare la vita, diventa “mostro”, “essere spietato”, e viene stracciata ogni sua capacità professionale. Fra le righe de “Il soffio” si legge lo smarrimento di chi, dopo un evento drammatico nell’esercizio della professione medica, viene travolto dal dolore per quanto accaduto e dalla marea di insulti mediatici; eppure trova la forza per continuare il suo lavoro con passione, umanità e dedizione.

 

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