La sepsi è la complicanza più grave di un processo infettivo. In Italia, circa 50.000 pazienti ogni anno sono dimessi dagli ospedali con questa diagnosi. Di questi circa un terzo muore. Tutti sono esposti a questo rischio, ma la sepsi miete le sue vittime più frequentemente tra i bambini piccoli (0-1 anno) e gli over 60. Nella maggior parte dei casi si tratta della complicanza di una condizione infettiva contratta in comunità, cioè nel proprio ambiente familiare, e non in ospedale. Per certi aspetti, è il prezzo che le popolazioni dei Paesi industrializzati pagano al progresso ed alle innovazioni della medicina moderna. L’allungamento della vita media, la possibilità di eseguire con successo interventi chirurgici complessi nei pazienti molti piccoli o anziani e molto debilitati, l’utilizzo di nuovi chemioterapici per il trattamento delle patologie neoplastiche ha ampliato notevolmente il numero dei pazienti immunodepressi, che quindi sono più suscettibili alle infezioni e quindi alla sepsi. Diagnosticare la sepsi non è facile. Non esiste, infatti una metodica diagnostica che permette di riconoscerla. Sono soprattutto, ma non solo, i medici di pronto soccorso si confrontano con tali difficoltà. A fronte delle incertezze diagnostiche, il trattamento deve essere il più tempestivo possibile. La sepsi è una malattia tempo-dipendente, come l’infarto, l’ictus ed il politrauma. Migliorare la gestione della sepsi e quindi ridurre la mortalità è diventato un obiettivo prioritario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e, in numerosi Paesi del Mondo, compreso il nostro, hanno presso avvio numerose iniziative finalizzare ad aumentare la consapevolezza delle istituzioni, dei professionisti e dei cittadini su questa grave affezione. Nel 2015, l’Unità Operativa per la Qualità e Rischio Clinico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Catania ha proposto un progetto denominato “SEPSIS NETWORKING a Catania” che ha coinvolto tutte le aziende della Provincia di Catania. Lo scopo del progetto è ridurre la mortalità da sepsi negli ospedali di Catania attraverso la promozione di una diversa cultura organizzativa, la definizione di best practice basate sull’evidenza sulla gestione, implementazione e disseminazione di sepsi buone pratiche tra gli operatori sanitari, follow-up dei livelli di impegno per le migliori pratiche tra gli operatori sanitari, sviluppo di una rete che consente la condivisione di conoscenze e risorse. È stato possibile realizzare questa iniziativa grazie all’impegno dei responsabili delle UU.OO. Qualità e Rischio Clinico, le UU.OO. formazione ed ECM ed un folto gruppo di professionisti delle 4 Aziende della nostra provincia. Una squadra poderosa che ha elaborato il progetto, ha prodotto un documento nel quale sono elencate 10 buone pratiche basate sull’evidenza della gestione della sepsi, diffuse capillarmente attraverso incontri di formazione a piccoli gruppi, campagne di sensibilizzazione all’interno degli ospedali, anche attraverso la partecipazione di testimonial di eccezione come Davide Morana, un giovane che ha perduto gli arti a causa di una sepsi meningococcica e Melissa Mead, una madre inglese che ha perso il proprio bambino di un anno per una sepsi non diagnosticata. Il progetto ha riservato una grande attenzione anche al coinvolgimento dei giovani attraverso l’istituzione di un premio per i migliori poster in tema di sepsi ed un torneo di basket, dedicato a Davide Morana, un grande appassionato di questo sport. Il progetto è stato oggetto di una grande considerazione da parte della Global Sepsis Alliance, che ha riconosciuto l’importanza dell’impegno per ridurre la mortalità per sepsi negli ospedali della provincia di Catania, assegnando all’U.O. per la Qualità e Rischio Clinico dell’AOU di Catania, che ha promosso e coordinato le iniziative, un attestazione di elogio.
certificate of commendation – GSA
Scrivono nella motivazione Konrad Reinhart, presidente della Global Sepsis Alliance, e Carl Flatley, Fondatore della Sepsis Alliance US, “La giuria è rimasta molto colpita dal lancio del progetto denominato “SEPSIS NETWORKING a Catania”. e “ha deciso di elogiare l’U.O. per la Qualità e Rischio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Catania per l’inestimabile contributo alla riduzione della inaccettabile sofferenza umana dovuta alla sepsi.” “La Global Sespsi Alliance apprezza molto l’impegno dell’U.O. Qualità e Rischio Clinico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Catania e di tutto il gruppo nel migliorare gli esiti della sepsi in Italia.” “Vi ringraziamo con tutto il cuore per i vostri enormi sforzi nella nostra comune lotta contro sepsi.”