Di grande attualità il Seminario nazionale sul nuovo procedimento disciplinare appena concluso a Verona Medici e Odontoiatri radiati dall’Albo ma che, per un cavillo legale, continuano ad esercitare. Professionisti che, per aver commesso lo stesso illecito, vengono giudicati diversamente solo perché iscritti all’Ordine in province diverse. Ordini lasciati ignari di procedure giudiziarie nei confronti di un loro iscritto. Molte sono le questioni oggi aperte sui Procedimenti disciplinari, la funzione che permette all’Ordine di intervenire, a garanzia della Salute pubblica, ogni qualvolta un iscritto ponga in essere comportamenti scorretti e potenzialmente lesivi. Per fare il punto, anche in vista delle prossime riforme, la Commissione Nazionale Albo Odontoiatri ha organizzato, il 23 e 24 settembre a Verona, presso il Circolo Ufficiali di Castelvecchio, il Seminario nazionale “Facciamo Giurisprudenza insieme”, al quale sono intervenuti giuristi, medici legali, rappresentanti del Ministero della Salute e delle istituzioni.
“La funzione disciplinare è uno dei compiti cardine degli Ordini Sanitari – afferma Alessandro Zovi, componente della Cao nazionale – e uno degli strumenti, insieme alla tenuta degli Albi e alla Formazione e aggiornamento degli Iscritti che consente all’Ordine di mettere il “sigillo di qualità” sulla Professione odontoiatrica”. Due le novità, a livello legislativo, che stanno per rivoluzionare il meccanismo del procedimento disciplinare, con l’intento di renderlo sempre più aderente ai principi di terzietà e a quelli del “giusto processo”: il DDL di Riforma degli ordini delle Professioni sanitarie, all’esame del Parlamento, e il pronunciamento – atteso a breve – della Corte Costituzionale sulla corretta composizione della Commissione Centrale Esercenti le Professioni sanitarie, l’Organo di giurisdizione speciale competente per i riscorsi in secondo grado contro i provvedimenti disciplinari irrogati dagli Ordini.
“In particolare l’attesa della sentenza della Corte Costituzionale sta, nei fatti, tenendo in stand by l’attività della CCEPS, che è bloccata ormai da un anno e mezzo – spiega Zovi -. Con effetti paradossali: poiché il ricorso alla CCEPS ha come effetto la sospensione dell’esecutività della sanzione, molti medici e odontoiatri, pur radiati o sospesi dall’Albo, continuano regolarmente a esercitare”.
“Per quanto riguarda la riforma attuata dal DDL già approvato dal Senato – conclude -, è evidente che il suo obiettivo è quello di accentuare la terzietà e la neutralità dell’organo disciplinare troppo spesso accusato in passato di svolgere una giustizia domestica non sufficientemente incisiva nei confronti dei colleghi”.