Per la intera popolazione eseguire gli screening oncologici rappresenta non solo la manifestazione della volontà di esercitare un diritto soggettivo alla salute, ma anche di modificare la storia naturale delle tre più gravi e frequenti condizioni morbose oncologiche. Una diagnosi precoce in fase asintomatica, come avviene con lo screening, permette in certi casi di prevenire l’insorgenza della malattia, determinando negli altri casi un miglioramento in qualità della risposta terapeutica con riduzione della sofferenza, salvando spesso la vita. Si tratta di favorire con attività sinergica un atto di responsabilità dei cittadini verso la propria salute, tanto importante da rappresentare un livello essenziale di assistenza in tutte le regioni. In tal senso il medico di famiglia rappresenta il punto di riferimento principale per il cittadino sia per avere informazioni e consigli di salute che per agevolare l’attuazione dei programmi di prevenzione per le malattie prevenibili. La base di questa azione è il rapporto di fiducia ed in Europa si ritiene fondamentale ai fini del risultato la partecipazione dei medici di medicina generale ai programmi di screening fin dalle fasi iniziali degli interventi. Occorre attuare una capillare informazione attiva sulla popolazione target, fornendo il necessario supporto anche psicologico. Con l’attività sistematica di esame della popolazione si potranno individuare le persone affette in fase pre clinica con seria riduzione della mortalità per il coinvolgimento attivo di una popolazione adeguatamente informata e consapevole dei benefici. Il medico di famiglia ha importante ruolo nel selezionare e motivare le persone informandole in modo attivo dei vantaggi derivanti dall’esecuzione di semplici esami.
Domenico Grimaldi