La malattia parodontale è una patologia infiammatoria cronica multifattoriale a carico dei tessuti di supporto che circondano i denti, che clinicamente si manifesta con gengivite, perdita dell’attacco parodontale, riassorbimento dell’osso alveolare e infine perdita dei denti. La forma grave, rappresenta la sesta malattia cronica più diffusa tra la popolazione generale, colpendo quasi 750 milioni di persone in tutto il mondo ed influendo negativamente sulla capacità di masticazione, sullo stato nutrizionale e sulla qualità della vita. Il processo infiammatorio è innescato da un complesso insulto del biofilm batterico, i cui principali fattori predisponenti sono: accumulo di placca sotto-gengivale, stress, fumo, alterazioni immunologiche, carenza nutrizionale, patologie croniche sistemiche quali le malattie vascolari e diabete. Biomarcatori come la proteina C-reattiva, citochine e chemochine proinfiammatori sono correlabili alla traslocazione microbica dalle lesioni parodontali ed alla conseguente infiammazione sistemica. Interrompendosi l’omeostasi tra il microbiota sotto-gengivale e le difese dell’ospite, si vengono a creare delle tasche parodontali e perdita ossea, causate da microrganismi batterici definiti parodontopatogeni; i più importanti sono lo Streptococcus spp., seguito da Rothia spp., Actinomyces spp. e Eikenella spp., il Porphyromonas gingivalis, l’Aggregatibacter. La diagnosi di malattia parodontale richiede una attenta raccolta di dati clinici e radiografici, da parte dell’Odontoiatra ed un conseguente inquadramento secondo gli stadi ed i gradi previsti dalla Classificazione delle malattie parodontali e perimplantari (quattro stadi e tre gradi).
Riconosciuto il quadro di malattia ed individuato il profilo di rischio per ogni paziente, si esegue una prima fase di terapia non chirurgica, volta al controllo dei fattori di rischio locali ed all’istruzione del paziente sulle metodiche di igiene orale più opportune.
Alcune forme di Parodontite, dopo la fase non chirurgica, necessitano di ulteriori steps per migliorare il controllo dei fattori locali e/o per gestire alcuni fattori di rischio sistemico. In tali casi, un’azione adiuvante alla terapia locale, si ha con la somministrazione di azitromicina o metronidazolo, associati o meno ad una gestione chirurgica dei fattori locali.
Oltre alla terapia antibiotica, recenti studi scientifici ritengono di ausilio al ripristino dell’eubiosi nel cavo orale, altre sostanze, la somministrazione delle quali può avvenire anche di concerto tra diversi specialisti medici.
È ad esempio il caso della Medicina Complementare la quale, valutando il singolo individuo nella sua complessità fisiopatologica, è in grado di fornire un supporto affiancando alle terapie farmacologiche convenzionali ed alle pratiche strettamente odontoiatriche anche farmaci omeopatici, nutrienti dietetici, fitoterapici e probiotici. In Medicina omeopatica si utilizzano farmaci individuati sia in base alla costituzione – nella malattia parodontale sono coinvolte prevalentemente la fosforica e la fluorica – che in base alla clinica. I più utilizzati, sono quelli che riescono a controllare meglio le infezioni e la flogosi, quali Kreosotum, Psorinum, Silicea, Natrium Nitricum, Rathania, Sulfur, Mercurius Solubilis. Un ulteriore contributo si ottiene nel controllo delle forme più gravi e persistenti che comportano l’instaurarsi o l’aggravare di patologie croniche sistemiche, come il diabete di tipo 2 (T2DM) in cui è riconosciuta la relazione bidirezionale con la parodontite.
Il T2DM influenza l’inizio e la progressione della parodontite causando una risposta iper infiammatoria, compromettendo i processi di riparazione ossea. A sua volta la parodontite come focolaio locale di infezione può causare un aumento dei livelli di IL-6, TNF-a e PCR, con aumento dell’infiammazione sistemica e dell’insulino-resistenza. Lo studio RCT in doppio cieco di Mourão e coll. riporta i risultati ottenuti trattando pazienti diabetici affetti da parodontite anche con terapia omeopatica individualizzata – tra cui Berberis, Mercurius solubilis, Belladonna, Hepar sulfur e Pyrogenium – ottenendo una regressione significativa nella perdita di attacco clinico (CAL) e riduzione dei valori della glicemia e dell’Hb glicata.
Per quanto riguarda i Nutrienti dietetici, i polifenoli alimentari migliorano efficacemente il sanguinamento gengivale e la perdita di osso alveolare sopprimendo l’osteoclastogenesi e inibendo le citochine infiammatorie. Bevande e alimenti contenenti polifenoli, in particolare il tè verde e la sua catechina epigallocatechina-3-gallato (EGCG), i mirtilli rossi, i melograni e gli estratti di frutta e verdura hanno riportato attività batteriostatica/battericida contro specie microbiche come P. gingivalis. Alimenti ricchi di vitamina C e altri composti come acidi grassi omega-3 e fibre riducono i rischi di infezione parodontale. Fitoterapici come l’acetosella comune e di Limonium brasiliense (Boiss) riducono l’aderenza di P. gingivalis alle cellule di fibroblasti gengivali umani. Il resveratrolo riduce l’espressione di ossido nitrico nelle cellule del legamento parodontale esposte a P. gingivalis. Infine i probiotici, possono, in taluni casi, migliorare i risultati del trattamento parodontale classico, tramite interazione diretta con la flora patogena, modulazione della risposta immunitaria e sintesi di prodotti antimicrobici. La maggior parte degli studi sull’uomo utilizzano Lactobacillus Reuteri e Bifidobacterium spp, che possono competere con i patogeni per l’adesione delle cellule epiteliali, riducendo la produzione di citochine proinfiammatorie (TNF-α, IL-1β, IL-17), dell’espressione della metalloproteasi della matrice-8 (MMP-8) – principale collagenasi coinvolta nella parodontite cronica – e aumentando l’inibitore tissutale delle MMP-1 (TIMP-1) – fattore modulante dell’attività delle MMP.
Sulla base quindi della multifattorialità della patologia descritta, nell’ottica di una Medicina di precisione orientata ad una visione olistica di ogni singolo paziente, l’opportuna conoscenza delle relazioni tra Malattie parodontali e Malattie sistemiche, può condurre anche tramite una sinergia tra diversi specialisti del campo medico, al corretto rispristino delle condizioni di salute orali e sistemiche del nostro paziente.
(Estratto da “Medicina Integrata e malattia parodontale” di Maria Concetta Giuliano, Anna Fugale, Francesco Cosentino. HIMed – Anno 12, Numero 2 – Novembre 2021 https://www.siomi.it/himed/)[mg1]
Maria Concetta Giuliano – Medico di Medicina Generale – Consigliere Nazionale SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata)
Giovanni Barbagallo Odontoiatra – Socio SIdP (Società Italiana di Parodontologia ed Implantologia) – Segretario CAO Catania