È una lotta contro il tempo, e il campo di battaglia è il decreto Milleproroghe da convertire in legge entro il mese. L’Associazione nazionale Dentisti Italiani (Andi) chiede di escludere medici e dentisti dal nuovo spesometro trimestrale. Il presidente Gianfranco Prada ha inviato una nota ai sottosegretari alle Finanze e ai rapporti con il Parlamento e ad alcuni senatori. Andi ricorda che i professionisti sanitari “già effettuano, a partire dal 2015, l’invio dettagliato di ogni fattura al Sistema Tessera Sanitaria, per renderle disponibili all’Agenzia delle Entrate ai fini del 730 Precompilato”. La partita è difficile. Già l’anno scorso l’adempimento sul sistema Ts avrebbe dovuto sostituire lo spesometro annuale per medici e odontoiatri. Lo avevano detto i dentisti Andi, e lo aveva ventilato il governo. Invece -confermano i commercialisti – non solo non c’è evidenza che l’obbligo sia stato tolto, ma con il decretone fiscale collegato alla Finanziaria da gennaio 2017 vige il Nuovo Spesometro, secondo cui ora tutti i professionisti con partita Iva sono tenuti all’invio trimestrale, e non più annuale, dei dati sulle fatture emesse e ricevute. In Senato, peraltro, sono stati approvati termini per diluire l’onere della spedizione di fatture e liquidazioni Iva. Per il dettaglio delle fatture quest’anno l’invio potrebbe essere semestrale, grazie a un emendamento del senatore Francesco Russo: per il primo e secondo trimestre 2017 l’invio sarà entro il 16 settembre e per il terzo e quarto trimestre il 28 febbraio 2018; per le liquidazioni invece i termini sono 25 luglio per il 1° e 2° trimestre, 30 novembre per il 3° e febbraio per l’ultimo trimestre 2016. Tutto questo, posto che entro il 31 gennaio2018 i medici, i dentisti, i farmacisti dovranno inviare i dati 2017 per il 730 precompilato. Chi non invia la comunicazione IVA trimestrale o i dati delle liquidazioni periodiche IVA, è punito per le fatture con sanzione da 2 euro fino a 1.000 euro a trimestre e per le liquidazioni con sanzione da 500 euro a massimo 2.000 euro, dimezzata se si provvede entro 15 giorni.
Di inutile e burocratica duplicazione di incombenze parla il Presidente della Commissione Albo Odontoiatri della Fnomceo Giuseppe Renzo. Ma un medico è tenuto allo spesometro anche se non ha attività Iva? «Il medico che non fa attività gravata di Iva alla fine è difficile trovarlo. Può accadere in qualsiasi momento di dover produrre un certificato non strettamente attinente a diagnosi e cura e quello va caricato di Iva, e da quell’adempimento discende la necessità di adempiere alle richieste del nuovo spesometro», ammette Nicola Frangi dottore commercialista in Milano. L’Agenzia delle Entrate peraltro grazie allo spesometro conosce l’Iva versata ai fornitori, le spese, dato che altrimenti non avrebbe. Altro rischio, che il sanitario debba lavorare lui sulle fatture. O lui o il commercialista. «Non è escluso un forte aggravio di lavoro per noi commercialisti. Tendenzialmente ogni nuovo adempimento richiede tempo in più e potenziale riorganizzazione del lavoro», dice Frangi.
Giorgio Razza, dottore commercialista in Milano, distingue l’onere cagionato dal vecchio spesometro da quello del nuovo. «Intanto, il medico che ha inviato i dati per il 730 nel sistema Ts in base alle vecchie regole a chiusura 2016 non deve spedire una seconda volta quei dati, facciano o no riferimento a fatture con Iva, ma tutti gli altri (fatture dei fornitori etc). Noi come studio abbiamo preferito offrire la spedizione integrale dello spesometro. Per il 2017 la materia è ancora sub iudice ma al momento sembra sia necessario avere tutti i dati prodotti nel corso dell’anno, anche quelli inviati al sistema Ts». Con quale aggravio “annotativo” per i medici? «Per il 2016, c’è la possibilità di inviare sia lo spesometro analitico sia i dati aggregati per cliente o fornitore sommando le fatture emesse a quel cliente/quel fornitore in corso d’anno; dall’anno prossimo invece lo spesometro sarà analitico, e per settembre si dovranno riportare le informazioni sulle fatture, fino a indicazione diversa. Qui l’aggravio di tempo dipende dal rapporto tra sanitario e commercialista, c’è chi mi consegna copia di tutte le fatture e chi mi presenta un prospetto in Excel, riepilogativo. Quest’ultimo a rigore dovrebbe inserire tutti i dati identificativi per ogni singola fattura».