Long Covid nei bambini e negli adolescenti

Long Covid nei bambini e negli adolescenti

12 Ottobre 2022 di: Angelo Milazzo 0

Con l’insorgenza di nuove varianti è significativamente aumentata l’incidenza dell’infezione (sia sintomatica che asintomatica) da Sars-Cov-2 anche nella popolazione pediatrica. Sebbene in bambini e adolescenti la fase acuta frequentemente si manifesti in forma meno severa, sono invece numerose le condizioni secondarie che possono insorgere, con rischio potenziale di sviluppare sequele a lungo termine, indipendentemente dalla gravità della malattia iniziale.
La Sindrome Infiammatoria Multi-sistemica Pediatrica è una patologia immuno-mediata causata dall’eccessiva e disregolata risposta del sistema immunitario che può causare gravi danni a vari organi, soprattutto polmoni, cuore, reni. La MIS-C è un fenomeno che colpisce tra lo 0,1% e lo 0,4% dei bambini affetti da Covid. Si manifesta da 2 a 6 settimane dopo l’infezione e richiede un supporto di terapia intensiva nel 68% dei casi. Tra i sintomi principali si annoverano: iperpiressia resistente agli antipiretici, dispnea, dolore toracico, sintomatologia dolorosa addominale. Per certi aspetti, la malattia ricorda il quadro clinico della Malattia di Kawasaki.
Il Long Covid o Sindrome post-Covid si manifesta quando sintomi causati dall’infezione persistono, o si ripresentano, per settimane o mesi dopo l’infezione acuta. Nella maggioranza dei casi si accompagnano a negativizzazione dei test diagnostici e possono interessare il sistema sensoriale, il sistema nervoso, quello cardiorespiratorio, oltre che la salute mentale. Numerosi studi hanno dimostrato che il Long Covid è più comune nei bambini di maggiore età e negli adolescenti, nelle femmine, nei soggetti con disturbi allergici o con altre patologie croniche, ed in conseguenza di forme severe durante la fase acuta. Però anche soggetti con forme oligosintomatiche possono sviluppare un Long Covid.
Dall’analisi degli studi più autorevoli, i principali sintomi da Long Covid complessivamente riscontrati nella popolazione pediatrica, e le relative prevalenze, sono: sintomi psichiatrici (depressione, ansia, disturbo post-traumatico da stress) nel 16,5% dei casi; sintomi otorinolaringoiatrici (anosmia, vertigini, disfagia, disfonia) complessivamente nel 5,6% dei casi; sintomi cardiologici, soprattutto palpitazioni e variazioni della frequenza cardiaca nell’1,27% dei casi; dolore toracico nel 4,62% dei casi, costrizione toracica nel 2,45%; manifestazioni polmonari, come: tosse persistente nel 3,8%; rinorrea nel 4,15%, dispnea nel 7,62% dei casi. Uno Studio tedesco ha rilevato una riduzione della funzionalità polmonare nel 20-25% dei casi, a 12 mesi dall’infezione; sintomi gastrointestinali, come: nausea e dolore addominale nel 2,91% dei soggetti, diarrea nell’1,68%, costipazione nel 2,05%. Le più svariate manifestazioni neurologiche si determinano nello 0,85% dei casi.

Tra i due generi, anche nelle età successive, è diverso il tipo di sintomi riportato, le femmine riferiscono maggiormente astenia, cefalea, insonnia. I maschi, invece, disturbi intestinali, problemi respiratori, difficoltà nella vita sociale.
Ricercatori canadesi hanno scoperto due specifici autoanticorpi (chiamati U1snRNP e SSb-La) insieme a citochine in circa il 30% dei soggetti ad un anno dall’infezione, soprattutto fra i soggetti affetti da Long Covid.
Negli Stati Uniti sono stati segnalati un 19% di casi di Long Covid, fra tutti i casi segnalati di Covid. Percentuali sovrapponibili sono state indicate dalla Società Italiana di Pediatria. Bisogna sempre considerare che un quinto di milioni e milioni di soggetti affetti, corrisponde a centinaia di migliaia di Sindromi da Long-Covid. Bisogna inoltre considerare che i casi pediatrici di Covid sono nettamente sottostimati, soprattutto perché, da quando sono disponibili i test fai-da-te e sono stati resi inutili i green pass, i casi che vengono segnalati rappresentano ormai solo una piccola minoranza. Inevitabilmente come passano non segnalati i casi acuti, non possono nemmeno essere considerate eventuali sindromi da Long-Covid. Inoltre i numerosi studi condotti in tutti i Paesi hanno raccolto casistiche e fenomenologie molto differenti fra di loro. Ciò rende molto difficile realizzare statistiche omogenee.
Uno studio imponente è stato condotto recentemente in Norvegia su circa 707 mila casi di Covid in bambini e adolescenti. È stato rilevato un ricorso molto più frequente alle cure primarie, ma con tempistiche differenti a seconda dell’età. Tutte le Società scientifiche che si occupano dell’età evolutiva hanno raccomandato ai pediatri e ai genitori di monitorare tutti i possibili casi di Long-Covid. La principale raccomandazione consiste nel visitare e valutare tutti i soggetti che sono stati affetti da Covid dopo 4 settimane e dopo 3 mesi dall’insorgenza della malattia. Considerando anche gli adulti, l’OMS Europa ha previsto nel nostro continente nell’arco di 2 anni una popolazione di 17 milioni di persone affetta da Sindrome da Long Covid.  

 

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

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