Limitare gli interferenti endocrini: mission impossible?

Limitare gli interferenti endocrini: mission impossible?

24 Aprile 2024 di: Angelo Milazzo 0

Gli interferenti endocrini sono delle sostanze chimiche che possono alterare il normale equilibrio ormonale avviando, bloccando oppure modificando i segnali inviati dagli ormoni, causando effetti avversi in un organismo, nella sua discendenza o in un sottogruppo di popolazione. Inoltre, uno stesso interferente endocrino può causare effetti diversi in relazione al sesso e alle età. La maggioranza di questi composti sono sostanze chimiche di sintesi, quali:

  • pesticidi (insetticidi, fungicidi);
  • prodotti medicali e di consumo (ad esempio, additivi nelle plastiche quali ftalati e bisfenolo A);
  • prodotti industriali (ad esempio, policlorobifenili, perfluorati, polibromodifinenileteri);
  • prodotti di combustioni (ad esempio diossine);
  • elementi in traccia (mercurio, arsenico).

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) gli interferenti endocrini possono agire attraverso diversi meccanismi:

  • mimare l’attività biologica dell’ormone naturalmente presente in natura ((effetto agonistico);
  • legarsi al recettore cellulare ma senza attivarlo (effetto antagonistico);
  • legarsi alle proteine di trasporto, rendendole inaccessibili all’ormone;
  • interferire con i processi metabolici.

Sempre secondo l’ISS alcuni aspetti caratterizzano gli interferenti endocrini:

  • provocano effetti anche a dosi più basse di quelle che causano tossicità generale;
  • provocano effetti diversi a seconda del periodo della vita in cui l’organismo è esposto, nonché comparsa degli effetti anche in periodi della vita diversi da quelli dell’esposizione;
  • possono trasmettere gli effetti anche alle generazioni future;
  • gli effetti miscela di varie sostanze chimiche sono ancora poco noti.

Numerosi studi sperimentali e studi epidemiologici hanno evidenziato gli effetti degli interferenti endocrini sulla salute relativi a struttura e funzione degli organi dell’apparato riproduttivo:

  • femminile, correlati a: sviluppo puberale, irregolarità del ciclo, infertilità, sindrome dell’ovaio policistico, endometriosi, prematurità, tumori alle mammelle;
  • maschile, quali: ipospadia, criptorchidismo, alterazione degli spermatozoi e del liquido seminale, cancro della prostata.

Inoltre gli interferenti possono agire su: omeostasi tiroidea; sistema immunitario, sistema neuroendocrino, neurosviluppo, metabolismo, sindrome metabolica, controllo energetico.

Recenti acquisizioni

Recentemente la Società Italiana di Neurologia ha lanciato l’allarme sui pesticidi, come il glifosato, in quanto possono favorire il determinarsi di malattie neurodegenerative, quali : l’Alzheimer, il Parkinson e la Sla.

Il 7 Marzo 2024 il New England Journal of Medicine ha pubblicato una corposa revisione realizzata da studiosi dell’Università della California sugli interferenti endocrini, indicati nella letteratura internazionale come: endocrine disrupting compounds. Il messaggio anche della letteratura più recente è inequivocabile: esiste una quantità enorme di dati che dimostra come gli interferenti rappresentino un rischio costante, molteplice e pervasivo per la salute. In particolare vengono confermati gli allarmi su: i tumori sensibili agli ormoni; le alterazioni dello sviluppo neurologico fetale con conseguenze quali ADHD o calo delle capacità intellettive; le infertilità; la sindrome metabolica; alterazioni varie del sistema immunitario con aumentata predisposizione ad asma e allergie.

Sfuggire agli interferenti sembra praticamente impossibile. Si trovano in quasi ogni oggetto della nostra vita quotidiana, dalle plastiche ai materiali da costruzione, dai giocattoli ai tessuti, dai cosmetici ai detergenti, dalle lattine alle vernici. Molti interferenti sono estremamente persistenti nell’ambiente tanto che alcuni sono denominati “forever chemicals”. Lo studio HBM4EU ha riscontrato bisfenolo A in quantità misurabile nel 92% di un campione di 2756 persone in 11 Paesi europei. Nel marzo 2023 l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha pubblicato proposte di restrizione per i ritardanti di fiamma e per le sostanze polifluorurate  (PFAS). Quest’ultima proposta è entrata in discussione il 15 Marzo 2024. Nello stesso periodo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA)ha abbassato i limiti consigliati di esposizione di ventimila volte per il bisfenolo A. Questa revisione però è oggetto di controversie. Ad esempio, l’Agenzia europea del farmaco (EMA) non l’ha accettata.

Risulta ancora molto complesso condurre studi su miscele di sostanze. Non conosciamo il numero esatto di interferenti endocrini: le sostanze chimiche trovate nel siero del cordone ombelicale sono centinaia. E’quindi evidente il passaggio di interferenti dalla madre all’embrione e al feto. Possono quindi interferire con l’epigenetica, quindi con la regolazione dell’espressione genica della vita futura.

Già dieci anni fa l’Istituto superiore di sanità pubblicò un decalogo per il cittadino su come ridurre l’esposizione agli interferenti. Tra le principali raccomandazioni possiamo ricordare:

  • riduzione del consumo di grassi, dove molti interferenti si accumulano;
  • riduzione del consumo di cibi confezionati in lattina o in contenitori di plastica;
  • sostituire gli involucri lacerati o usurati degli oggetti con imbottitura in schiuma;
  • mantenere integre le stoviglie antiaderenti e preferire altri tipi di stoviglie;
  • – evitare di scaldare plastiche a contatto con cibi.

 

 

 

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

Your email address will not be published. Required fields are marked *