E’ in programma a Roma dal 10 al 13 Novembre. “Sarà uno sguardo aperto al mondo, rivolto in particolare ai Paesi da cui originano le migrazioni che portano nei nostri ospedali persone del tutto inconsapevoli del proprio stato di salute, di come curarsi e con profonde differenze culturali, religiose e linguistiche” ha detto il presidente dell’Associazione medici endocrinologi Rinaldo Guglielmi nel corso della presentazione dell’evento a Milano. Oggi del resto esiste una emergenza che si chiama “salute dei migranti” ed eè diventata una questione cruciale per i servizi sanitari regionali e nazionali, per la prevenzione di malattie non presenti nei Paesi meta dei flussi migratori e per la gestione delle patologie cronico-degenerative dei migranti, spesso aggravate dalla scarsa o nulla prevenzione in età infantile e giovanile in patria. Nella popolazione migrante le differenze ambientali e di alimentazione dei Paesi di arrivo favoriscono l’insorgenza di patologie quali obesità, diabete, ipertensione e dislipidemia”. Non mancheranno le tradizionali patologie di ambito endocrinologico, naturalmente. Attraverso un confronto con l’American Association of Clinical Endocrinologists (Aace), gli endocrinologi italiani e i colleghi provenienti da Usa, Paesi del Golfo e Romania cercheranno in particolare di rendere il più possibile omogeneo l’approccio diagnostico e terapeutico delle malattie della tiroide. L’obiettivo è adattare le raccomandazioni delle Linee guida Aace-Ame 2016 ai diversi sistemi sanitari. Il congresso sarà anche l’occasione di contatto tra i pazienti e le associazioni che li rappresentano. L’intenzione è quella di proporre “un’integrazione tra la cultura della medicina basata sulle evidenze, che caratterizza l’operato della comunità medico-scientifica, e la medicina narrativa che serve al paziente per esprimersi e al medico per comprenderlo meglio”. Al Congresso si parlerà inoltre di tiroide, ipofisi, diabete e qualità di vita tenendo conto delle differenze di genere che tanta importanza hanno quando si parla di ormoni. Gli specialisti affronteranno anche l’inarrestabile incremento dei casi di diabete mellito in tutto il mondo. Si sono ormai superati i 400 milioni di pazienti, con stime previsionali di 600 mln entro il 2035, di cui circa il 90% con diabete di tipo 2.