“La solidarietà espressa dai colleghi è la più sincera che ci possa essere, perché siete consapevoli che tutti sareste potuti essere al mio posto. Nessuno sconto, invece per le istituzioni, alle quali solo una cosa posso dire: io sono stata violentata anche da voi”. Sono parole forti quelle che la dottoressa aggredita a Trecastagni mentre svolgeva il suo turno di guardia medica ha voluto rivolgere, accompagnata dal Presidente dell’Ordine di Catania, Massimo Buscema, ai suoi colleghi: 106 presidenti degli Ordini dei Medici, riuniti nel Consiglio della loro Federazione nazionale (Fnomceo) e 106 presidenti delle Commissioni Albo Odontoiatri, insieme in assemblea plenaria a Giardini Naxos. “Quella della sicurezza è solo la punta dell’iceberg – ha spiegato – . Noi medici abbiamo perso la dignità. La nostra professione si è snaturata, è diventata una cosa che non è più essere medico, è soffocata dall’affanno di evitare le denunce, di seguire pedissequamente i protocolli. Sfugge un concetto fondamentale: noi dobbiamo curare le persone”. “Ho intrapreso questa strada per passione – ha raccontato -. Anche la scelta di fare la guardia medica non è stata un ripiego, è stata una decisione consapevole proprio perché volevo essere in prima linea, vicina alle persone che soffrono”.
“Le istituzioni non hanno semplicemente lasciato sola me, mettendomi in pericolo e poi umiliandomi quando la mia aggressione è stata ridotta a una pratica per infortunio sul lavoro, perché questa è la prassi – ha proseguito -. Il sistema rischia di travolgere la nostra intera professione. Siamo tutti vittime: a questo gli Ordini devono opporsi”.
“Gli Ordini devono essere la casa, ma anche la famiglia di noi medici – ha concluso -. E come in una famiglia i genitori non devono essere troppo permissivi con i figli, così è un errore assumere un atteggiamento paternalistico verso quei colleghi che sbagliano”. “Va recuperata l’autorevolezza del nostro ruolo – ha confermato il Presidente della Fnomceo Roberta Chersevani-. Grazie per le tue parole, è un onore averti conosciuto”. L’appello della collega non è rimasto inascoltato: molte le proposte emerse dal Consiglio, che verranno raccolte e riassunte in una Mozione.