Si erano riservati la notizia per la settimana di San Valentino che avrebbe assicurato un effetto mediatico certamente diverso ma visto che lo studio erg i pronto hanno preferito pubblicarlo rispettando i tempi della scienza che quelli dei social. Questa la notizia: la fase dell’innamoramento modifica il nostro cervello. Lo dimostra lo studio pubblicato su Cns spectrums e realizzato da un gruppo di ricercatori guidati da Donatella Marazziti dell’unità operativa Psichiatria 1 dell’Azienda ospedaliero universitaria di Pisa, che evidenzia come durante l’innamoramento aumenti la dopamina. La ricerca riguarda il coinvolgimento di questo neurotrasmettitore, spiega una nota dell’Aoup, “era già stato indirettamente dimostrato da studi di risonanza nucleare magnetica funzionale che avevano evidenziato come, negli innamorati, funzionino maggiormente le aree cerebrali che usano la dopamina, ma il lavoro pisano ha invece dimostrato direttamente che la dopamina si trova in concentrazioni più alte negli innamorati e questa modificazione sarebbe alla base della gioia, dell’aumento di energia, del desiderio di unione psichica e sessuale con l’altro e, in generale, del piacere legato alla relazione”. Queste alterazioni di neurotrasmettitori importanti, però, prosegue l’Aoup “potrebbero anche spiegare come talvolta la relazione affettiva possa trasformarsi in una fase di vita rischiosa per alcuni individui più fragili, al punto da scatenare vere e proprie patologie psichiatriche o disturbi comportamentali quali lo stalking e l’aggressività auto e eterodiretta”.