Nuccio Sciacca
Direttore responsabile
Email: nucciosciacca@cataniamedica.it
Organo Ufficiale di Informazione e Formazione dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Catania
Un articolo di Bruno Giammusso (andrologo Policlinico Morgagni) e Domenica Pellegrino (trasfusionista SIMT Garibaldi)
Gli emocomponenti per uso non trasfusionale derivano dal sangue e vengono prodotti nei Servizi di Medicina Trasfusionale(SMT) delle Aziende ospedaliere o presso studi medici e cliniche autorizzate e convenzionate con il SMT competente per territorio secondo procedure specifiche e nel rispetto delle normative vigenti. Tali prodotti rappresentano una sorta di terapia innovativa che negli ultimi anni ha ampliato di molto il campo delle applicazioni cliniche in medicina. Infatti nel nostro SMT si è iniziato con il trattamento delle ulcere cutanee di varia patogenesi (rientranti tra le applicazioni fortemente raccomandate dalla Società di Medicina Trasfusionale Italiana(SIMTI) per i risultati clinici positivi consolidati) e si è arrivati oggi al trattamento di svariate patologie che non rispondono o rispondono poco alle terapie convenzionali.Tra di esse ricordiamo: processi degenerativo infiammatori delle articolazioni,strappi muscolari,lesioni tendinee,patologie di pertinenza oculistica,patologie dell’apparato urogenitale maschile e femminile,patologie di pertinenza ortopedica,patologie di pertinenza odontoiatrica,patologie neurochirugiche,ecc. Si deve evidenziare il fatto che i campi di applicazione continuano ad aumentare e sono in continua evoluzione soprattutto per quanto riguarda il miglioramento della qualità e della sicurezza nell’utilizzo clinico di tali prodotti e ,a tale scopo,il Centro Nazionale Sangue(CNS) coordina un apposito gruppo tecnico multidisciplinare,che effettua la revisione sistematica della letteratura scientifica allo scopo di verificare il grado di appropriatezza delle indicazioni terapeutiche già note e delle indicazioni terapeutiche nuove.Per quest’ultime si conta sulla capacità professionale degli specialisti che sappiano individuare nuovi campi di applicazione previa stesura di protocolli clinici da sottoporre al SMT con aggiornamento dei relativi risultati da comunicare anche al CNS.Tutto ciò nel rispetto della normativa e dell’etica professionale. Visto l’ampio ambito clinico di applicazioni esistono diverse tipologie di emocomponenti per uso non trasfusionale la cui scelta dipende dal sito anatomico interessato,dal tipo di lesione e dalla modalità di applicazione.
Nel nostro SMT al Garibaldi vengono preparati i seguenti prodotti:
CpunT:concentrato piastrinico per uso non trasfusionale
PRP:plasma ricco di piastrine
Gel piastrinico: deriva dall’unione di CpunT con trombina e l’aggiunta di calcio gluconato
Colla di fibrina: di derivazione plasmatica
Collirio di siero autologo
Concentrato piastrinico collirio
La loro preparazione avviene in laboratorio autorizzato ed accreditato per l’uso specifico da personale sanitario competente appositamente addestrato e formato,nel rispetto delle regole di asepsi ed avvalendosi di dispositivi medici autorizzati di classe superiore e di apparecchiature elettromedicali specifiche di ultima generazione nonché di cappa sterile a flusso laminare.Le aliquote prodotte sono identificate ed etichettate con CDM(codice di donazione mondiale univoco per ogni soggetto),poste in contenitore per materiale biologico e conservate in congelatore a -40°C. Nel rispetto del DM del 2 Novembre 2015 si effettuano esami obbligatori di validazione: esame emocromo completo,HBsAg,anti-HCV e anti-HIV.Inoltre,a garanzia della qualità e della sterilità,si esegue l’esame colturale sul prodotto finale. Tutti i pazienti vengono sottoposti a visita medica di idoneità con accurata anamnesi clinica remota e prossima e valutazione di esami di laboratorio per verificare la presenza di eventuali situazioni patologiche che controindicano il prelievo autologo. Da oltre un ventennio. negli Stati Uniti,diverse patologie dell’apparato urogenitale maschile e femminile vengono trattate con gli emocomponenti per uso non trasfusionale e,a tal proposito,è testimone indubbia una seria e nutrita letteratura scientifica mentre in Italia si è iniziato soltanto da circa tre-quattro anni e,di conseguenza esistono meno studi e minori pubblicazioni scientifiche. In collaborazione con il Dr.Bruno Giammusso è stato condotto uno studio per verificare il grado di efficacia clinica dell’utilizzo del Prp nel trattamento della disfunzione erettile.Il Prp è una frazione di sangue autologo ad alta concentrazione di piastrine,da 3 a 7 volte superiore la quota fisiologica(> a 1.000.000 per microlitro). Da alcuni anni,l’utilizzo terapeutico del Prp in numerose esperienze cliniche condotte in ambito ortopedico,in chirurgia plastica,in oftalmologia,ecc.,ha dimostrato assoluta sicurezza e tollerabilità oltre ad una buona efficacia.Tali proprietà terapeutiche sono correlate alle alte concentrazioni di fattori di crescita rilasciati dalle piastrine.I più significativi ai fini dei processi rigenerativi sono il Vascular Endothelial Growth Factor,il Platelet Derived Growth Factor,il Fibroblast Growth Factor e l’Insulinlike Growth Factor.Tali fattori di crescita promuovono fenomeni di rigenerazione tissutale mediante il reclutamento di cellule staminali,la modulazione di processi infiammatori e la stimolazione della neo-angiogenesi. E’ stato avviato uno studio con infiltrazione di Prp autologo in pazienti affetti da disfunzione erettile a patogenesi vascolare,con l’obiettivo di migliorare l’emodinamica cavernosa attraverso una bonifica del microcircolo e della funzione endoteliale locale.
Metodi e risultati
Abbiamo trattato con PRP 20 pazienti affetti da deficit severo di erezione, che presentavano all’ecodoppler delle arterie cavernose segni di insufficiente velocità di flusso sistolico. Ciascun paziente è stato sottoposto a infusione endocavernosa di 5 ml di PRP con cadenza settimanale per sei settimane. Al termine dell’infusione, veniva assicurata la permanenza del PRP all’interno dei corpi cavernosi mediante un cilindro a pressione negativa e un elastico fissato alla base del pene per un’ora. I risultati ottenuti appaiono particolarmente incoraggianti, sia dal punto di vista del sintomo (11 pazienti hanno riferito netto miglioramento della funzione erettile), ma soprattutto dal punto di vista emodinamico (i valori della velocità sistolica all’eco doppler delle arterie cavernose hanno dimostrato un incremento medio del 55%). Nessun effetto collaterale è stato riferito dai pazienti trattati. L’impiego del PRP nel trattamento dei deficit di erezione su base vascolare apre scenari terapeutici di grande interesse, in primo luogo perché riguarda una vasta popolazione di pazienti con fattori cronici di rischio vascolare (diabetici, ipertesi, ecc.), ed in secondo luogo perché offre una possibilità di cura definitiva a pazienti che in atto possono essere trattati esclusivamente in via sintomatica con inibitori della fosfodiesterasi 5 o alprostadil al bisogno, o con impianto chirurgico di protesi peniena.
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