Angelo Milazzo
Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),
Email: milazzo@cataniamedica.it
Organo Ufficiale di Informazione e Formazione dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Catania
Si stima che siano oltre 4 milioni le persone affette da diabete in Italia. La frequenza della patologia è più frequente nelle regioni meridionali, ma anche tra le persone di più basso livello socio- culturale ed economico. I principali fattori di rischio sono rappresentati da: fumo, alcol, sedentarietà, scarso consumo di frutta e verdura ed eccesso ponderale. Recentemente è stata celebrata la “Giornata Mondiale del diabete”. Caratteristiche assolutamente peculiari sono quelle del diabete di tipo 1, tipico dell’infanzia.
Diabete mellito di tipo 1
Il diabete mellito di tipo 1 rappresenta la più frequente patologia endocrina nell’infanzia. E’caratterizzato da una vera e propria mancanza di insulina, dovuta a una distruzione delle beta-cellule da parte del sistema immunitario, che non riesce più a riconoscerle come cellule proprie. Può quindi essere definita come una malattia autoimmune, il cui meccanismo si innesca in persone geneticamente predisposte. La Legge 130 del 15 settembre n. 23 ha stabilito lo screening nazionale pediatrico per il diabete di tipo 1 e la celiachia. E’una iniziativa innovativa, unica al mondo. La gestione della patologia in età evolutiva ha visto progressivi cambiamenti. Le due tecnologie più efficaci comprendono:
Nell’ambito dei microinfusori esistono anche sistemi ad ansa chiusa ibridi (HCL: hybrid closed loop) che combinano le funzioni dei microinfusori a quelli dei sistemi di controllo continuo della glicemia. In questi sistemi integrati il trasmettitore del sistema di controllo trasmette in tempo reale il valore glicemico al microinfusore che, in base ad algoritmi, è in grado di adeguare automaticamente l’erogazione di insulina. L’evoluzione tecnologica più recente consiste in un sistema ibrido avanzato ad ansa chiusa (AHCL) che eroga in autonomia insulina, sulla base dell’integrazione con la lettura glicemica. Tale sistema costituisce il passo definitivo verso la creazione del pancreas artificiale. Il glucagone versione spray nasale è risultato molto utile soprattutto nell’utilizzo pediatrico, anche se ormai con questi nuovi sistemi le ipoglicemie stanno diventando eventi estremamente rari.
Molte ricerche sono state finalizzate a bloccare o a ritardare la distruzione autoimmune delle beta-cellule, nella fase iniziale della malattia. L’utilizzo del teplizumab è al momento autorizzato solo negli USA. Un recentissimo studio clinico pubblicato su Nature Biotechnology ha dimostrato la possibilità di utilizzare cellule staminali. L’insulina viene somministrata tramite un devise che contiene milioni di cellule delle isole pancreatiche cresciute in laboratorio e derivanti da staminali pluripotenti.
Le glifozine sono farmaci potenzialmente molto utili anche nel diabete di tipo 1 soprattutto per il loro meccanismo insulino-indipendente. Tuttavia la segnalazione di casi di chetoacidosi ne hanno bloccato per il momento l’utilizzo.
Diabete mellito di tipo 2
Nel diabete di tipo 2 l’increzione di insulina è ancora presente, ma è il suo meccanismo di azione che risulta compromesso. I nuovi farmaci che hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione nella terapia appartengono a due classi farmacologiche. La prima è quella degli analoghi del GPL-1 (glucagon-like peptide 1) che agisce soprattutto sulla secrezione del glucagone e sulla sua azione. In passato erano soltanto disponibili le forme iniettive sottocutanee. Più recentemente sono stati resi disponibili GPL-1 agonisti recettoriali, somministrabili anche per via orale. La molecola più utilizzata è la semaglutide.
Le glifozine sono una classe di farmaci che agisce inibendo il cotrasportatore 2 sodio/glucosio (SGLT-2) e sono quindi anche chiamati inibitori di SGLT-2. Agiscono su un recettore renale favorendo l’eliminazione del glucosio con le urine. Determinano glicosuria e causano così una riduzione del glucosio nel sangue. Questi farmaci si assumono per bocca. L’utilizzo tempestivo delle glifozine, entro due anni dalla diagnosi di diabete di tipo 2, migliora il compenso glicemico e inibisce il fenomeno della “memoria metabolica” (legacy effect). Questo è un meccanismo di danno prolungato legato alle iperglicemie tipiche della malattia, con effetti positivi sulla riduzione del rischio di eventi cardiovascolari. Fondamentale nello studio di questo fenomeno è stata una ricerca italiana, pubblicata sulla rivista The Lancet Regional Health Europe, che si è basata sui dati del database dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD).
La nota 100 di Aifa ha determinato l’allargamento della prescrivibilità dei nuovi farmaci ai medici di medicina generale. Tutti gli Organismi competenti hanno fatto proprie le più recenti linee guida delle Società Diabetologiche europee e americane che affermano i loro effetti terapeutici anche sulle complicanze cardiovascolari e renali. Pertanto tutte le linee guida diabetologiche hanno spostato la tendenza a concentrare l’attenzione non solo sull’emoglobina glicata, ma anche sulle complicanze cardiorenali, in modo anche indipendente.
Per quanto riguarda la prevenzione, numerosi studi indicano che il fumo di sigaretta aumenta del 30-40% il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Le ricerche indicano che la nicotina altera la funzione delle cellule Beta, ma induce anche insulino-resistenza, attraverso l’attivazione dello stress ossidativo. Purtroppo tutti i dati dimostrano uno scarso impatto della diagnosi di diabete sugli stili di vita. Tale situazione emerge anche da un’analisi dei sistemi di sorveglianza Passi e Passi d’Argento, coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con le Regioni. Il 25% dei diabetici è fumatore, l’11% fa consumo di alcol; il 45% è completamente sedentario, il 91% consuma poca frutta e poca verdura.
Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),
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