Informare, documentare e rendere coscienti le giovani generazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica e lo stesso mondo scientifico sui crescenti problemi legati alle malattie tiroidee, con particolare riguardo all’azione preventiva della iodoprofilassi.
Questi gli obiettivi dell’incontro di stamattina a Palazzo degli Elefanti, promosso dalla consigliera comunale Ersilia Saverino, ai cui hanno presso parte autorità scientifiche ed accademiche oltre agli studenti delle scuole “Angelo Musco”, “San Domenico Savio” e “Mario Rapisardi”. Un evento incentrato su importanti temi di valenza politico-sociale a beneficio della collettività che ha visto la partecipazione del prof. Massimo Buscema presidente dell’ordine dei Medici e del prof. Concetto Regalbuto che ha illustrato i vari aspetti di questa importante tematica attraverso slide appositamente approntate per una facile comprensione.
“Nell’ambito della Settimana mondiale della tiroide, medici e personale dell’ospedale Garibaldi di Nesima hanno realizzato una lodevole iniziativa per far conoscere ed informare la gente su una problematica spesso messa in secondo piano soprattutto tra i giovani – dichiara la consigliera Saverino – Da qui la mia iniziativa di una presentazione nell’Aula Consiliare, con la collaborazione di autorità scientifiche ed accademiche, agli studenti degli Istituti scolastici di Catania di tutte le questioni legate alla tiroide. L’amministrazione si pone così come promotore della cultura della salute nei confronti dei ragazzi. Un’iniziativa che mira ad uno screening nelle scuole del territorio. In qualità di rappresentante del comune di Catania ma, soprattutto, come donna- continua Saverino- ringrazio tutto il mondo scientifico che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sui crescenti problemi legati alla patologia tiroidea, con particolare riguardo all’azione preventiva della iodoprofilassi. La missione della Sanità e dell’amministrazione comunale è quella di individuare ed assicurare percorsi di integrazione socio sanitaria e socio assistenziale e lo screening, infatti, è lo strumento più efficace che contribuisce e favorisce la prevenzione e la diagnosi precoce di malattie come quelle della tiroide. Ci troviamo infatti in una zona ad alto rischio anche in pazienti in età scolare. Ben vengano, quindi, le iniziative, come lo screening e la conoscenza del problema, che permettono una diagnosi precoce delle malattie. La tempestività diagnostica, una idonea terapia medica e una campagna di informazione e sensibilizzazione combinate insieme permettono al paziente una migliore qualità di vita e una risoluzione della patologia”.
E’ bene ricordare che le malattie della tiroide sono più frequentemente presenti nelle donne e si possono manifestare con alterazioni cliniche in cui è coinvolta solo la struttura ed il volume della ghiandola, o solo la funzione ghiandolare o condizioni in cui possono coesistere ambedue le alterazioni. Da qui l’importanza di una continua azione preventiva. “ La prevenzione è fondamentale – dichiara il prof. Massimo Buscema presidente dell’ordine dei Medici – un fatto etico e morale per puntare ad uno stato di benessere alle persone. Se noi pensiamo per un attimo ai costi sociali che comportano questo tipo di patologie ci renderemo immediatamente conto di come diventa basilare sviluppare concetti come prevenzione, fattore etico e risparmio futuro. In un momento storico come il nostro – spiega Buscema – paradossalmente si taglia sempre più nelle forme di prevenzione per puntare maggiormente sulle emergenze. Un controsenso palese dove si può venirne a capo sopratutto con una corretta informazione e un corretto stile di vita. In questo contesto è basilare il ruolo della famiglia e della scuola. Ambienti dove i ragazzi cominciano a prendere coscienza del problema”.
Le patologie tiroidee che decorrono solo con variazioni morfovolumetriche sono rappresentate dall’aumento di volume della tiroide (gozzo), in larga misura dipendente dallo stato nutrizionale di iodio, costituente fondamentale degli ormoni tiroidei. Generalmente lo iodio disponibile negli alimenti è scarso e ciò spiega perché il rischio di gozzo è stato a lungo molto elevato fino ad interessare oltre due miliardi di persone al mondo. Gli alimenti contengono infatti basse concentrazioni di iodio a causa delle scarse quantità di questo elemento nel suolo in vaste aree del pianeta. Per prevenire la carenza iodica è necessario che l’alimentazione quotidiana sia quanto più possibile varia e preveda il consumo di pesce, latte e formaggi, che sono i cibi a più alto contenuto di iodio.
“I bambini e le donne in gravidanza sono più vulnerabili nei confronti degli effetti avversi della carenza iodica, poiché in queste fasi della vita il fabbisogno di iodio è maggiore – dichiara nel corso dell’incontro il prof. Concetto Regalbuto- Se l’apporto di iodio con la dieta non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno della madre e del feto, si può instaurare una condizione di ipotiroidismo materno o materno-fetale, le cui conseguenze sono tanto più gravi quanto più marcato e protratto è il deficit ormonale, compromettendo lo sviluppo intellettivo e cognitivo del nascituro. Anche durante l’allattamento è necessario che la madre fornisca un’adeguata quantità di iodio al neonato in modo da assicurargli una normale funzione tiroidea durante questa fase della vita”.