Cari colleghi ,
Vedrete che alla fine di questo lungo tragico percorso dopo tanti infetti,ammalati ed anche morti,dopo aver ascoltato un nugolo di esperti con pareri ad assetto variabile,qualcuno riuscirà a trovare la vostra responsabilità ,come confermato d’altra parte dalla presa di posizione di una regione,la Lombardia ,vera responsabile di un disastro causato dallo scardinamento del servizio pubblico a favore del privato.Certo sarebbe giusto chiedersi invece a chi compete la previsione,l’organizzazione,l’allarme precoce e l’intervento tempestivo in caso di pandemia.Pare sia una questione di non rilevante importanza anche se già dal 2003 l’organizzazione mondiale della sanità raccomandava un piano pandemico chiedendo di approvarlo,aggiornarlo e renderlo praticabile in caso si manifestasse tale disgraziata evenienza.Lo scopo del piano era di essere pronti a riconoscere tempestivamente l’inizio di una pandemia, minimizzando,con una adeguata organizzazione,la diffusione della malattia infettiva e di conseguenza il numero di malati e di morti.Personale,strutture,adeguata formazione ,farmaci,presidi e dispositivi sanitari già programmati,pronti all’uso in caso di impatto epidemico. Vedrete cari colleghi che alla fine saremo noi i responsabili,altro che eroi.Colpa nostra se non siamo stati capaci di proteggerci,se molti sono deceduti ,tantissimi infetti e malati,si dirà che non siamo stati capaci di proteggere noi stessi figurarsi la popolazione. Sarei parziale tuttavia a non evidenziare come in Sicilia,nonostante la carente programmazione risalente al passato ,in verità abbiamo avuto la fortuna di avere più tempo per organizzarci,con un apprezzabile coordinamento dell’assessorato regionale,favoriti da una diffusione e contagiosità della malattia al momento in apparenza inferiore a quella registrata in altre più “evolute” regioni del nostro Paese.Per quanto concerne l’organizzazione territoriale da realizzare in maniera organica per la seconda lunga fase,siamo pronti ad una capillare azione di argine e cura ,con la dovuta sicurezza, ma senza percorsi che non siano condivisi fra gli attori del sistema,non ritenendoci materiali esecutori di strategie e procedure elaborate da terzi.
Domenico Grimaldi
Segretario generale provinciale FIMMG