Mentre si avvicinano i giorni della “Merla”, tradizionalmente molto gelidi, gli anziani debbono fare i conti con le basse temperature. Il punto sui rischi lo fa Ubaldo Bonuccelli, direttore dell’unità operativa di neurologia all’azienda ospedaliera universitaria pisana, che sottolinea come il freddo sia ben più temibile del caldo sul fronte della salute nella terza età. “Il freddo ha tre conseguenze sugli anziani: l’aumento della pressione arteriosa (valori medi centoquaranta – ottantacinque), delle malattie respiratorie e delle cadute. La pressione alta può comportare, in una parte della popolazione nella quale questo fenomeno è già notevolmente diffuso (ne è colpito circa il sessanta – settanta per cento degli over 75), eventi gravi come infarti cardiaci ed ictus. Crescono anche bronchiti e sindromi influenzali”. I motivi di questa situazione sono legati a diverse situazioni. Quando l’età avanza si assiste progressivamente ad un’alterazione del sistema di termoregolazione, con conseguente calo non percepito della temperatura corporea. Inoltre si riduce la produzione del calore. Infine si modificano la sensibilità nel percepire la temperatura esterna, la risposta vasocostrittrice periferica e la capacità di rabbrividire nella reazione al freddo.