Giornata della Persona Down al “Garibaldi”

Giornata della Persona Down al “Garibaldi”

22 Marzo 2017 di: Nuccio Sciacca 0

La disabilità intellettiva è tra le conseguenze più evidenti dell’alterazione cromosomica che caratterizza i soggetti con sindrome di Down. La presenza di una terza copia del cromosoma 21 riduce, in particolare, la capacità di generare nuove cellule nervose nell’area del cervello denominata ippocampo. Ma c’è una importante novità. Una ricerca attesta ora che utilizzando il resveratrolo, un polifenolo presente in un’ampia varietà di piante e frutti, tra cui l’uva rossa e quindi il vino, è possibile stimolare la formazione di nuovi neuroni. Lo studio è stato presentato nell’Aula di Endocrinologia del Garibaldi Nesima dalla ricercatrice Rosa Anna Vacca dell’Istituto di biomembrane e bioenergetica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibbe-Cnr) di Bari, che lo ha realizzato in collaborazione con il Dipartimento di scienze mediche di base, neuroscienze e organi di senso dell’Università di Bari, il Dipartimento di neuroscienze e tecnologie del cervello dell’Iit di Genova e l’Inserm di Parigi. La Vacca è stata presentata dal Presidente dell’Ordine dei medici, Massimo Buscema e dalla presidente dell’Associazione Persone Down, Aida Fazio. Sono intervenuti l’assessore al welfare Angelo Villari, la consigliera comunale Ersilia Saverino ed il parlamentare regionale Concetta Raia. Particolare interesse allo studio è stato dimostrato dal direttore del istituto di endocrinologia Giovanni Squatrito e dal primario pediatra Tony Palermo. “Con questo lavoro, eseguito su linee cellulari di un modello animale con sindrome di Down, dimostriamo che il resveratrolo è in grado di ripristinare la neurogenesi agendo a livello dei mitocondri” ha spiegato la coordinatrice del lavoro che ha ricordato di essere lei stessa genitore di un bambino Down “in condizioni normali, i mitocondri forniscono l’energia necessaria per alimentare i diversi processi cellulari, tra cui la proliferazione e la corretta funzionalità dei neuroni, che risultano alterati nelle persone con sindrome di Down e vengono invece riportati a valori normali dal resveratrolo. Esistono migliaia di studi sugli effetti protettivi del resveratrolo in diverse malattie, da quelle metaboliche e neurodegenerative a quelle dell’apparato cardio-vascolare e nell’invecchiamento: è però la prima volta che questa molecola viene testata in sindrome di Down, attraverso un meccanismo che inoltre correla il deficit della funzionalità dei neuroni alla ridotta funzionalità mitocondriale”.

Autore

Nuccio Sciacca

Direttore responsabile


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