CATANIA – Le patologie dolorose del distretto anatomico orofacciale, specie le persistenti e le croniche, potrebbero essere raffigurate da un iceberg la cui parte emersa non rappresenta più della metà di quella sommersa. Questo dato è riflesso dalla difficoltà dell’inquadramento nosologico e dalla corrispondente numerosità delle classificazioni sul dolore oro facciale. Ma anche l’aspetto epidemiologico è preoccupante: la maggior parte degli studi riporta che circa un quarto della popolazione ha dolore orofacciale almeno una volta nei precedenti 6 mesi dalla rilevazione. Questo dato statistico, riguardando soprattutto la popolazione giovanile, è in contro tendenza rispetto ad altre manifestazioni di dolore cronico. Fortunatamente le conoscenze cliniche per fortuna sono migliorate, e quelle patologie dolorose che fino a non molti anni or sono venivano genericamente etichettate come epifenomeni di problemi della sfera psico affettiva, oggi sono meglio inquadrate grazie a più sofisticate tecniche di indagine neurofisiologica.
Di tutti questi aspetti innovativi vuole essere testimone il II incontro nazionale di GIMDO (Gruppo Italiano Multidisciplinare sul Dolore Orofacciale) che si svolgerà i prossimi 27 e 28 maggio 2023 presso l’Hotel Four Points by Sheraton di Catania. Il convegno, patrocinato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania, chiama a raccolta medici esperti di diversa estrazione specialistica per dare un quadro attuale sul dolore orofacciale, e disegnare le prospettive future.
«Sarà il secondo evento nazionale, dopo quello che si svolse a Palermo nel 2019 – ha affermato Carmelo Costa, presidente del congresso e responsabile U.O. Trattamento interventistico del Dolore – HUMANITAS Centro Clinico Catanese – Vogliamo porre l’attenzione sulla conoscenza e sulla prevenzione del dolore orofacciale. Nel nostro Paese non esiste una rete di professionisti che affronta questo dolore, ma il problema interessa il 25% della popolazione. Vuol dire che un italiano su quattro soffre di questi disturbi, perlopiù i giovani con età compresa tra i 20 e i 25 anni. Per analizzare a fondo il problema riguardante il distretto faccia e bocca, è necessario un approccio multidisciplinare, dunque serve il supporto, tra gli altri, dell’odontoiatra, dell’oculista, dell’otorinolaringoiatra, del neurochirugo, del chirurgo maxilofacciale e dello psicologo. Per questo motivo prenderanno parte all’incontro specialisti clinici da tutta Italia».