«Siamo in attesa di sei decreti attuativi, il primo lo avremo pronto a giorni» dichiara alla stampa Federico Gelli, Responsabile della Sanità del Pd, in relazione alla Legge sulla Responsabilità del Personale Sanitario e Sicurezza delle Cure. «Il primo decreto andrà a disciplinare l’accreditamento delle società scientifiche e il sistema nazionale linee guida. Era una delle parti più importanti dell’applicazione della legge». La Legge 24 del 2017, approvata definitivamente lo scorso marzo 2017, non è ancora del tutto completa: infatti per essere applicabile nella sua interezza occorre che siano ratificati i decreti ministeriali e interministeriali previsti dall’impianto normativo, utili a tutelare sia gli esercenti le professioni sanitarie che gli utenti. «Faremo il punto entro l’estate – fa chiarezza il relatore della Legge -. Alcuni provvedimenti sono attesi a breve mentre per gli ultimi, se ne parla per settembre e ottobre». “Una legge importante che ha toccato non solo la responsabilità sanitaria ma soprattutto la sicurezza delle cure» commenta Paola Frati, Professoressa ordinaria di Medicina Legale a La Sapienza di Roma, in occasione del convegno “Le novità introdotte dalla Legge 24/2017 Gelli” organizzato da Sapienza, Ordine avvocati Roma, studio legale Quorum e Consulcesi & Partners. «Un occhio rivolto alla sicurezza delle cure per tutelare il paziente – prosegue la Professoressa Frati – e, allo stesso tempo, una precisa focalizzazione sulla gestione corretta del rischio clinico. La prima parte della Legge cerca di coniugare il momento della prevenzione dell’errore con la fase, altrettanto fondamentale, della gestione del contenzioso. Altro nodo focale, su cui si sofferma la Legge: la trasparenza dei dati. Insomma, una serie di novità importanti ed estremamente innovative». A poco più di due mesi dalla promulgazione della Legge «abbiamo già le prime sentenze della Corte di Cassazione che riguardano proprio il versante penalistico – continua la Professoressa Frati -. Inoltre la Legge rivolge anche grande attenzione al problema delle assicurazioni che ha innescato ormai da tempo una crisi non da poco nel panorama sanitario italiano. Reputo la Legge nel complesso molto buona, che, ci tengo a ribadire, ha richiamato l’attenzione su versanti piuttosto critici». «Gran parte del successo della legge dipenderà anche dall’interpretazione dottrinaria che sarà data di alcuni passaggi» interviene anche Mauro Bacci, Professore ordinario di Medicina Legale all’Università degli Studi di Perugia in occasione del convegno alla Sapienza. «Mi riferisco ai decreti attuativi, per esempio: il tema dell’imperizia potrebbe essere oggetto di rielaborazione e sconfinare verso quello dell’imprudenza e negligenza che, come sappiamo, non riduce il peso della responsabilità penale del sanitario. Dunque, molti aspetti devono essere ancora chiariti e assumere fattezze definitive». «Altro elemento fondamentale che caratterizza la Legge, è la formazione del personale sanitario in materia di risk management – conclude il Professor Bacci -. Probabilmente, questo è uno degli aspetti centrali della normativa e si realizza in un sistema di gestione del rischio clinico a tre livelli: un livello periferico, che è quello aziendale, in cui si va a valutare l’errore e l’eventuale causa dell’errore; un livello intermedio regionale, che funziona come collettore e che trasmette i dati a livello centrale; infine un livello nazionale, a cui è demandato, attraverso anche l’ausilio delle società scientifiche, la possibilità di mettere in atto quei meccanismi che consentiranno di limitare l’errore e quindi di preservare la salute del paziente».