Nuccio Sciacca
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Una ricerca greca svela l’evento avverso nel 10-20% degli uomini in trattamento
Uomini in trattamento per ipertensione in allarme: i farmaci che utilizzano, in particolare diuretici e beta-bloccanti, hanno tra i loro effetti avversi la possibilità di interferire con la funzione erettile. Accade nel 10-20% degli uomini in trattamento ma finora nessuno studio aveva investigato esattamente l’effetto di ciascuna classe di farmaci sull’emodinamica delle arterie del pene. Si sono presi il compito di verificarlo i medici dell’Hippokration General Hospital di Atene, che – è stato illustrato al Congresso Esc 2016 di Roma – hanno sottoposto 156 pazienti in terapia antipertensiva da almeno 6 mesi, e 47 soggetti con disfunzione erettile che non avevano mai ricevuto trattamenti per l’ipertensione, a un doppler a ultrasuoni del pene dopo un’iniezione intracavernosa di prostaglandine per valutare la funzionalità e la severità della malattia vascolare dei corpi cavernosi.
Una sorta di doppler ‘intimo’ per misurare gli effetti dei farmaci per l’ipertensione. E’ stato studiato l’effetto di ogni classe di medicinali sul picco di velocità sistolica (Psv) nei pazienti trattati in monoterapia, e sono stati poi paragonati agli effetti della combinazione di due molecole specifiche sullo stesso parametro. Un basso valore Psv indicava una compromissione del flusso sanguigno al pene, quindi una disfunzione erettile severa.
I risultati hanno mostrato che, paragonati ai soggetti che non ricevevano il trattamento per la pressione alta, quelli in terapia mostravano un valore Psv inferiore pari a 31,5 contro 36,3 cm/s. I pazienti che ricevevano un beta-bloccante o un bloccante dei canali del calcio mostravano valori inferiori rispetto a quelli che assumevano un Ace o un farmaco bloccante del recettore dell’angiotensina II.
Questo studio indica dunque che la combinazione di un diuretico con un Arb (inibitori del recettore dell’angiotensina) o con un Ace inibitore ha un importante impatto negativo sull’emodinamica delle arterie peniene. Dal momento che la maggior parte dei pazienti in terapia per ipertensione assume due o più farmaci per controllare meglio il problema, appare di enorme importanza conoscere l’effetto delle differenti combinazioni sulla funzione erettile.
L’ipertensione è un problema che interessa anche giovani adulti e che la sessualità è un fattore che contribuisce alla qualità di vita degli individui. “Già nel 2013 l’Anmco aveva indicato i problemi di erezione come ‘red flag’ trascurate di rischio cardiovascolare – ricorda Michele Gulizia, direttore di Cardiologia all’Ospedale Garibaldi di Catania – se pensiamo che le proiezioni mondiali stimano oltre 320 milioni di uomini affetti da disturbi dell’erezione entro il 2025, ecco come un problema da andrologi chiama in campo anche la comunità cardiologica. Basti sapere che hanno questo problema il 31% dei soggetti con ipertensione, il 60% di quelli con una storia di ictus, il 40,7% dei pazienti cardiopatici e con vasculopatie periferiche. E l’Omstead County Study ha sottolineato come la disfunzione erettile sia associata a un rischio più alto di circa l’80% di malattia coronarica”.
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