Angelo Milazzo
Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),
Email: milazzo@cataniamedica.it
Organo Ufficiale di Informazione e Formazione dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Catania
Il 5 aprile 2022 sono stati notificati all’Organizzazione Mondiale della Sanità alcuni casi di epatite acuta di origine non conosciuta che erano stati riscontrati in alcuni pazienti, in massima parte in età fra i 2 e i 15 anni. Le segnalazioni sono progressivamente aumentate in molti Paesi. In data 29 aprile 2022 erano già 55 i casi sospetti individuati tra i bambini dei Paesi UE, ai quali si debbono aggiungere i 111 casi del Regno Unito, che continua a rappresentare il Paese più colpito. In Italia sono 17 i casi segnalati, alla stessa data. Si tratta di pazienti tutti in età inferiore ai 16 anni. L’ Ente Europeo ECDC ha prospettato 5 ipotesi eziologiche, delle quali le prime due, che riguardano Adenovirus, sono in atto le più accreditate.
La prima ipotizza un cofattore che rende più gravi le infezioni da Adenovirus, che in questi casi, si rivelano capaci di mettere in moto tutta una serie di meccanismi immunopatologici. Il cofattore a sua volta potrebbe essere classificato come: a) maggiore suscettibilità, in parte dovuta alla mancata immunizzazione durante il periodo pandemico; b) una precedente infezione da SARS-COV-2, e quindi uno dei tanti quadri clinici da Long-Covid; c) una coinfezione di Adenovirus, assieme ad altri virus, tra i quali anche Sars-Cov-2; d) una tossina, un farmaco o un fattore ambientale.
La seconda ipotesi prospetta una vera e propria nuova variante da adenovirus, anche in assenza di cofattori.
La terza ipotesi proporrebbe l’azione di un farmaco, di una tossina o di un inquinante ambientale.
La quarta ipotesi immagina un agente patogeno nuovo, e non ancora conosciuto.
La quinta ipotizza una nuova variante di Sars-Cov-2.
Comunque, la stessa ECDC afferma che i casi finora sono rari, la tendenza epidemiologica non è ancora chiara, e neanche i meccanismi di trasmissione inter-umani sono stati finora dimostrati. L’OMS raccomanda, in ogni caso, le misure di prevenzione comuni valide per tutti i virus: lavaggio regolare delle mani e igiene respiratoria. Non raccomanda per il momento nessuna restrizione nei viaggi e nei commerci.
La stessa OMS ha tentato una prima definizione dei casi.
Anche la Società Italiana di Pediatria ha elaborato un importante documento, al quale tutti i pediatri intendiamo fare riferimento.
La sindrome clinica tra i casi identificati è risultata essere quella classica delle epatiti, ma con enzimi epatici notevolmente elevati. Molti casi si sono manifestati con sintomi gastrointestinali, inclusi dolore addominale, diarrea e vomito che hanno preceduto il quadro clinico di epatiti gravi, con elevazione delle transaminasi, con valori delle transaminasi superiori a 500 UI/l. La maggior parte dei casi si manifesta con ittero, ma non con temperatura febbrile. In tutti i casi risultano assenti i virus comuni delle epatiti virali: A,B,C,D,E. Nessun caso è stato correlato a viaggi internazionali. Un Adenovirus è stato identificato in 74 casi su 169. Il sierotipo 18 è stato identificato in 41 casi, quando è stato possibile eseguire test molecolari. In 20 casi è stato identificato il Sars-Cov-2, ed in 19 casi è stata dimostrata una coinfezione tra Sars-Cov-2 e Adenovirus. Tra tante incertezze, sovrasta una sola evidenza scientifica, la quasi totalità dei pazienti non era stata vaccinata contro il Covid-19. Quindi tale vaccinazione è inequivocabilmente non correlata alle “nuove” epatiti, anzi potrebbe dimostrarsi essere un fattore di protezione.
Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),
Email: milazzo@cataniamedica.it
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