E’ finito il tempo degli ascari!

E’ finito il tempo degli ascari!

3 Ottobre 2016 Redazione 0

Scrive il collega medico di famiglia Giuseppe Carnazzo. Quando una società attraversa un periodo di crisi si è portati a cercare dei capri espiatori spesso per celare proprie responsabilità. Anche in Sicilia e in particolare nella nostra Provincia non si sfugge da questa realtà. Una crisi profonda attraversa le nostre istituzioni che progressivamente perdono di credibilità. Tutti noi addebitiamo la responsabilità alla classe politica. E’ ancora fresco di stampa l’abbinamento politici “ medici somari” che tante discussioni ha generato. La classe politica, però, purtroppo non è fatta da marziani ed è solo lo specchio di noi stessi. L’individualismo, la voglia di protagonismo, la convinzione diffusa che l’impunità alla fine prevale, la certezza che il merito non paga fanno parte di un nostro modo di essere e la situazione attuale è solo il suo epilogo.
Invece di fare squadra, di mettere da parte l’interesse personale, di guardare oltre il guadagno e di scommettere sul futuro, a noi viene più facile cercare e trovare un responsabile, qualcuno a cui addebitare le colpe e i danni arrecati. Nel caso della sanità lo si è individuato nel medico di famiglia, anello debole del Servizio Sanitario per il suo caratteristico individualismo. Purtroppo una politica sindacale forse troppo accondiscendente non ha aiutato. La dignità nel lavoro, la difesa del ruolo, la rivendicazione della responsabilità del rapporto di fiducia sono tutti capisaldi imprescindibili a cui nessun Medico di Famiglia deve rinunziare pena uno svilimento totale del suo ruolo e lavoro.
L’affare osteoporosi ne è la dimostrazione più chiara. La questione non è se si debba pagare o meno o se è più bravo chi fa risparmiare il medico. Il problema é se si può chiedere conto di dati sensibili dei pazienti e oltre il tempo stabilito e senza averne il medico dovere a custodirli. La domanda è se è giusto penalizzare chi ritiene di non ottemperare a tali richieste. Il vero problema celato è invece la ricerca di una soluzione a una questione diventata troppo imbarazzante. Per essa, pazienza, va bene colpevolizzare tutti i 937 medici di famiglia della provincia e questo al di là se poi hanno acconsentito o meno. Tutti insieme spettacolarizzati sui giornali e nelle televisioni tutti colpevoli solo di esserci, di svolgere un lavoro, di vivere nel momento e in questa provincia. Qualcosa però di strano e portentoso in questi anni è successo, qualcosa che il potere non aveva previsto considerando la classe dei Medici di famiglia e non i Singoli. Si i Singoli uomini e donne con le loro storie, i loro percorsi formativi, le loro aspirazioni, le loro vite e il loro orgoglio. Cinquecento di questi Medici hanno detto “no, io non ci sto” e singolarmente hanno fatto un passo avanti esponendosi. Medici forti nel sentirsi indipendenti e orgogliosi della loro storia personale. Medici coscienti che accettare supinamente significherebbe relegare se stessi e la propria professione a mera burocrazia. Sapete anche noi siamo stati formati per diagnosticare e curare le malattie e per farlo da protagonisti, prendendoci la responsabilità delle nostre scelte, secondo scienza e coscienza in libertà, indipendenza e correttezza. Medici liberi che collaborano nel rispetto dei ruoli mai ascari di nessuno. In questi anni abbiamo dibattuto non per non pagare un farmaco ma abbiamo lottato, forse inconsapevolmente, per la nostra indipendenza e nel tempo questo spenderci ci ha fatto ritrovare il vero senso del nostro lavoro e la nostra importanza. Noi non siamo dei burocrati passacarte copiatori di ricette ma Medici che detengono la fiducia dei loro pazienti, scelti in libertà per le loro capacità. Noi cerchiamo la malattia ancora nascosta per salvare i nostri pazienti, noi siamo l’alfa e l’omega della Assistenza Sanitaria. Certo tutto questo ha dato fastidio al sistema consolidato nel tempo fatto di uomini forti e piccoli ascari, di grandi fortune e piccoli avanzi. Questo orgoglio ha irritato chi è potente e nota con fastidio che alcuni medici, pedoni quando si gioca a scacchi, possano interloquire e dire no .
Che non manchi, allora, occasione pubblica un congresso o un corso di aggiornamento per ricordare apertamente ai medici di famiglia, tutti indistintamente, quanto loro possano essere lacunosi e scadenti, quanto siano poco formati e aggiornati anche se si appartiene alla stessa storia e alla stessa università. Che tornino al loro posto, con il capo chino e il cappello nelle mani, li dove sono stati destinati.
La Sicilia è una terra antica e strana fatta di contrasti e di crisi di identità; ma la Sicilia è anche Madre di tanti figli e figlie coraggiose che sono vanto e prestigio della Nazione Italiana e del Mondo intero. Noi siamo rimasti qui nell’attesa di una soluzione che venisse da fuori e nell’attesa abbiamo bruciato molto del tempo che ci è concesso. Molti dei nostri giovani, giorno dopo giorno, vanno via portando con loro il coraggio, le speranze e le capacità migliori. Abbiamo, a mio avviso, solo una possibilità per ripartire. ECCELLERE. Eccellere in ogni campo e in ogni modo. Eccellere tutti assieme mettendo da parte rancori e pregiudizi ma accettando che il tempo dei forti e degli ascari è ormai definitivamente finito.

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