Angelo Milazzo
Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),
Email: milazzo@cataniamedica.it
Organo Ufficiale di Informazione e Formazione dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Catania
Via libera da parte dell’Agenzia Europea del farmaco (EMA) ai vaccini attivi anche contro la variante Omicron1. Si tratta di Comirnaty Original/Omicron BA1 e Spikevax Bivalent Original/Omicron BA.1 Entrambi possono essere utilizzati in soggetti di età pari o superiore a 12 anni, che hanno già ricevuto la vaccinazione primaria contro Covid-19. La nostra AIFA non farà mancare anche la sua autorizzazione, in data 5 settembre. Il ministro Speranza ha annunciato l’arrivo dei primi lotti entro la metà di settembre. Metà del contenuto di questi vaccini mira al ceppo originale di Wuhan e l’altra metà mira a Omicron.
Nel frattempo, l’EMA ha iniziato a valutare la richiesta di autorizzazione da parte di Pfizer per la versione del vaccino adattata contro i ceppi BA.4 e BA.5. Tale vaccino potrebbe essere già autorizzato a fine settembre ed essere disponibili ad ottobre. Questi nuovissimi vaccini si riveleranno molto preziosi in quanto, in atto, la variante dominante è BA.5 (90,8%), seguita da BA.4 (6,7%). Tutto questo corredo di vaccini ci dovrebbe fare affrontare con una notevole protezione anche il probabile arrivo della variante BA.2.75, denominata “Centaurus”, che già sta spopolando nel sub-continente indiano. Comunque, l’imminente vaccino contro BA.1 dovrebbe conferire una buona protezione, anche contro tutte le altre sottovarianti Omicron. Quindi dobbiamo consigliare alle persone di vaccinarsi con uno dei vaccini anti-Omicron, qualsiasi esso sia, senza aspettare ulteriori formulazioni ancora più aggiornate. Nel nostro Paese, come in tutto l’Occidente, anche il nuovo governo dovrà impegnarsi seriamente e con dovizia di mezzi nell’organizzazione di una nuova campagna di vaccinazioni di massa, soprattutto riguardante le dosi booster, e innanzitutto negli over-60, nei soggetti fragili, negli operatori della sanità e dell’assistenza. L’alternativa, ormai impensabile alle nostre latitudini, sarebbe la “tolleranza zero” alla cinese, con lockdown riguardanti intere popolazioni. Quindi la strategia dell’UE è quella disporre di un’ampia gamma di vaccini adattati a diverse varianti, in modo che gli Stati membri abbiano una pluralità di opzioni per affrontare un virus che continua a variare in maniera incredibile.
In questi giorni l’EMA ha anche autorizzato il vaccino proteico della Novavax, anche come dose booster, nei soggetti over-18. Il primo vaccino proteico contro il Covid potrà quindi essere utilizzato come dose primaria o come dose di richiamo, a prescindere dalla tipologia di vaccino utilizzato per il ciclo primario. L’autorizzazione ha tenuto conto di due grossi studi di fase 2 e dello studio COV-BOOST. Il vaccino, denominato Nuvaxovid, era già stato approvato come dose booster in Giappone, Australia, Nuova Zelanda. Nuvaxovid contiene un antigene proteico purificato che non può replicarsi, né causare patologia. L’adiuvante a base di saponina è stato brevettato dalla stessa Novavax. Si conserva per lunghi periodi a temperature comprese tra 2 e 8 gradi e, quindi, nei frigoriferi di uso comune. Il vaccino avrebbe dovuto far superare a tanti soggetti le fobie nei confronti dei vaccini “genetici, che alterano il DNA”. Purtroppo i risultati sono stati inferiori alle aspettative. No-vax e forti esitanti non si convincono neanche davanti alle evidenze più eclatanti. Una nuova review curata dall’OMS riguardante la disinformazione sanitaria sui social media ha evidenziato fake news nel 51% dei post associati ai vaccini e nel 60% nei post relativi alle pandemie.
Finalmente sembra decollare l’uso precoce dei farmaci antivirali, come precoce trattamento domiciliare del Covid. Sono già 100 mila i pazienti trattati a casa. I risultati sono ottimi: riduzione dei ricoveri del 70% e dei decessi dell’80% dei casi. Questi dati risultano però molto meno incoraggianti nei soggetti adulti giovani.
Un lavoro di Remuzzi e Coll. pubblicato su Lancet ha ribadito l’utilità dell’uso dei FANS nelle prime fasi dell’infezione e nei soggetti a rischio, convalidando l’orientamento della grande maggioranza dei medici di famiglia italiani. I risultati migliori sembrano essere stati ottenuti con l’utilizzo di celecoxib e di nimesulide .
Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),
Email: milazzo@cataniamedica.it
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