Intervista a Concetta Marchica (nella foto). Il tema è particolarmente attuale per l’aumento della popolazione della terza e quarta età,espressione del miglioramento del livello di vita e della tecnologia, che stimola ad una importante riflessione sul come gestire la salute e sul come affrontare la malattia della persona anziana.
- Qual’è il quadro della situazione?
- Le malattie croniche in generale,risentono di una scarsa attenzione,è necessario uscire da un silenzio che la medicina e le istituzioni non possono permettersi di fronte alle dimensioni del fenomeno Cronicità e Demenza. Premesso che la vecchiaia deve essere considerata come un normale evento fisiologico ,e non come uno stato di malattia bisogna CURARE e PRENDERSI CURA.……in quanto sono momenti di un unico aspetto ,la parola” Cura” secondo la derivazione latina esprime il concetto di :attenzione,premura,sollecitudine,affanno,sentimenti tutti che guidano ad un coinvolgimento affettivo.Prendersi cura di un soggetto va ben oltre il garantirgli un’assistenza farmacologica o medica,ma porta a ripensare alla qualità beneficale di quell’approccio terapeutico,ricordando che il valore della vita è un dono ricevuto ma anche valore da custodire e proteggere. L’anziano è spesso oggetto di ricovero ospedaliero per pluripatologie concomitanti per lo più a carattere cronico, i motivi che inducono al ricovero sono spesso dovute a patologie cardiovascolari, neurologiche, dismetaboliche, neoplastiche, gastrointestinali, respiratorie, traumatiche. Anche se a volte le condizioni di tipo sociale ed economiche dell’anziano e delle loro loro famiglie possono determinare ricoveri ospedalieri non congrui.
- Cosa è una RSA?
- L’ R.S.A. è una struttura socio.assistenziale extra ospedaliera rivolta prevalentemente a persone in età o fase della vita geriatrica, che hanno comunque perso l’autonomia della vita quotidiana e si trovano in una fase di instabilità critica non tale da richiedere le cure ospedaliere.
- Chi ne può usufruire?
- La richiesta di inserimento in R.S.A. può avvenire dopo la dimissione da un ricovero ospedaliero ,da una casa di cura ,o dal proprio domicilio. Il medico del reparto dell’ospedale o della casa di cura che ha in carico il paziente e che prevede una dimissione protetta attiva le seguenti modalità operative: predispone la scheda sanitaria SVAMA coinvolgendo l’assistente sociale della struttura acquisisce il consenso informato dell’utente o del familiare acquisisce la libera scelta dell’R.S.A del paziente o del familiare convalida e predispone il PAI (piano assistenziale individuale) ed invia la richiesta di disponibilità posto letto, alla RSA e all’ASP di appartenenza. Se il paziente è al proprio domicilio bisogna presentare all’ASP di appartenenza una richiesta del medico curante per l’inserimento in struttura.
- Quali sono le RSA in cui sei impegnata?
- Le due “R.S.A Residenza Sanitaria Arka e Villa Lisa del Gruppo Samed” sono due strutture socio assistenziali destinate una “Villa Lisa”con 58 posti letto a soggetti anziani non autosufficienti con patologie cronico-degenerative,disabili fisici e sensoriali,e disabili psichici e un modulo per pazienti affetti da demenza di Alzheimer.La Residenza Sanitaria Arka con 54 posti letto suddivisi in 39 per patologie geriatriche e 15 per disabili psichici. Nelle strutture prestano la loro attività diverse figure professionali :Medici,infermieri , animatori,fisioterapisti,assistenti socio sanitari, assistente sociale e personale amministrativo. La tipologia dei nostri ospiti ha subito un continuo mutamento negli anni,da soggetti anziani e non autosufficienti ma clinicamente stabilizzati, a condizioni cliniche con instabilità clinica e con elevata intensità sanitaria come le post-acuzie. Nelle totalità dei casi si tratta di soggetti affetti da pluripatologie, i cosidetti pazienti “fragili”.La metodologia della cura e dell’assistenza si basa sulla presa in carico globale del paziente,che viene attuata attraverso la valutazione multidimensionale(UVMD),la personalizzazione degli interventi si esplica nel PAI che indica il percorso proposto,gli obiettivi,gli strumenti e i tempi..I protocolli di fisioterapia non si sostituiscono al fisioterapista,ma nascono per fornire al pz e al fisioterapista una guida.In questi protocolli di riabilitazione sono descritti in dettaglio gli esercizi, i tempi e le fasi riabilitative,in modo tale da permettere di riabilitare con un adeguato dispendio energetico l’apparato muscolo scheletrico con FKT attiva o passiva agli arti inferiori,superiori e al rachide;esercizi di coordinazione motoria,esercizi sensoriali e posturali,oltre a terapia strumentale(magneto, laser,ionoforesi ….) Ricordando che l’ammalato ha diritti e bisogni e considerando che la demenza,in tutte le sue forme,è uno dei più grossi problemi per i sistemi sanitari,la ricerca volta a chiarire l’etiopatogenesi e a sviluppare nuove terapie sono da considerarsi tra le più urgenti nel tentativo di individuare in fase precoce,di rallentare e se fosse possibile bloccare lo sviluppo del deficit cognitivo. Il Morbo di Alzheimer è una demenza neurodegenerativa invalidante ad esordio prevalentemente senile oltre i 65 anni,ma può manifestarsi anche in epoca presenile. La malattia inizialmente può essere caratterizzata da episodi di depressione,deficit di memoria,disturbi comportamentali,alterazioni del ritmo sonno-veglia,wandering,allucinazioni,con il progredire della malattia si possono presentare disturbi neurologici e poi internistici.Pertanto i pazienti necessitano di assistenza personale e continuativa.Il personale medico,infermieristico ,gli operatori socio-assistenziali,i fisioterapisti,gli educatori,devono essere dotati di “ARTE”perché il nostro lavoro si ispira al modello”Amico del cuore”dobbiamo rinnovare il ricordo a chi non può più ricordare. Al ricovero in struttura il paziente affetto da demenza di alzheimer,è dedicata una valutazione iniziale attraverso tecniche e strategie con la somministrazione di test diagnostici(MMSE, GDS, AIDL, ADL, PFEIFFER, BARTHEL, TSI, NPI), l’intervento riabilitativo consiste nell’ attuazione di particolari tecniche e strategie per stimolare le funzioni cognitive.La demenza obbliga a ritrovare una dimensione prettamente umana,fondata sulla relazione che, non più solamente verbale,deve utilizzare l’intelligenza,la fantasia,l’intuizione,l’empatia,l’emozione e l’ affettività:dove sorridere, accarezzare, scherzare, abbracciare, accompagnare sono gli elementi di una nuova osservazione-relazione.Questo deve essere il punto di partenza per imparare ad offrire la migliore qualità di assistenza per chi ne viene colpito,avendo sempre presente che la condizione medica di queste persone non cambierà,pertanto è necessario personalizzare il trattamento terapeutico.Parafrasando una frase di Marchesi cerchiamo di lavorare in modo da curare meglio le malattie e ancora meglio l’UOMO.