“A Catania non hanno ancora capito bene la situazione” ha scritto domenica 15 marzo su Twitter il virologo Roberto Burioni, corredando le sue parole con una fotografia del lungomare della città affollato. Salvo poi accorgersi che si trattava di un vecchio scatto ed erroneamente messo in relazione con le direttive del Governo sul contenimento del contagio da coronavirus. Ammesso l’errore, il virologo Burioni ha pubblicato: “Ho rimosso le foto, ma vi prego state tutti a casa. Altrimenti non ne usciamo. Grazie”. “La smentita è più triste dell’accusa. Considerato che arriva da un noto virologo, non rende giustizia in un momento così complicato ad una comunità spaventata e isolata nelle proprie case che onora le regole del decreto #iorestoacasa né tutti i professionisti che lavorano con abnegazione al contenimento della diffusione del virus. Catania e tutta la Sicilia avrebbero apprezzato delle scuse e non una debole ammissione dell’errore”, commentano i commissari dell’Ordine dei medici di Catania, Toti Amato e Renato Mancuso, rispettivamente, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, nonché consigliere del comitato centrale nazionale e coordinatore della commissione per la sicurezza della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordine dei medici), e presidente dell’Ordine dei medici di Enna. “Insinuare dubbi sulla tenuta e l’affidabilità dei siciliani sulla necessità primaria di rimanere a casa, sfruttando la forza dei social e la propria notorietà – per Amato e Mancuso – centra un solo atavico obiettivo: tentare di umiliare la Sicilia e probabilmente il Sud in generale. Una triste bufala diventata in poche ore virale lontana dalle buone pratiche mediche. Niente di più facile se a lanciarla è un noto virologo. Lasciamolo fare a chi delle fake ne ha fatto un mestiere. Anche se lo scatto fosse stato reale, in un momento così drammaticamente doloroso, ci sono parole talmente fuori posto che possono essere pietre se percepite in modo distorto, alimentando la distanza tra cittadini del Nord e del meridione. Avere cancellato il post non esime Burioni dal chiedere scusa a Catania, al Sud, all’Italia, ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari. Per il futuro ci auguriamo che gli scienziati si occupino di scienza”.