Colonscopia virtuale ancora poco conosciuta

Colonscopia virtuale ancora poco conosciuta

17 Giugno 2017 Redazione 0

Si è svolto presso l’aula magna di endocrinologia dell’Azienda Garibaldi-Nesima, il primo corso di Colonscopia Virtuale, organizzato dal dott. Vincenzo Magnano di S.Lio, primario dell’UOC di Radiologia e dal dott. Giovanni Franzò, patrocinato dall’ Ordine dei Medici di Catania. L’evento, il primo nel suo genere a Catania,  ha visto l’intervento di due esperti radiologi in Colonscopia virtuale, quali il dott. N. Flor dell’ospedale San Paolo di Milano e del dott. I Salamone del Policlinico universitario di Messina, nonché  del dott. N. Rizzo, in qualità di rappresentante dell’Ordine dei medici e dei MMG. Il dott. Flor ha illustrato le potenzialità di un esame non invasivo, come la Colonscopia Virtuale, quale metodica alternativa ma non sostitutiva alla Colonscopia ottica. Lo studio si basa su un esame TC, effettuato in basale( senza somministrazione di Mdc ) e a basso dosaggio di radiazioni, che consente la visualizzazione di tutto il colon, mediante distensione retrograda con anidride carbonica. La metodica, consente la visualizzazione delle lesioni polipoidi dai 6 mm in su fino alle lesioni neoplastiche di tipo vegetante e/o stenosante.  Il dottor Flor ha illustrato le potenzialità  della metodica, rivolta sia ai soggetti asintomatici che vogliono effettuare uno screening per il carcinoma colon-rettale, che a soggetti sintomatici, che non possono effettuare la Colonscopia ottica ( soggetti anziani, broncopatici, cardiopatici) o soggetti, che hanno dovuto interrompere la Colonscopia tradizionale, per subentrato rischio e/o per varianti anatomiche. La metodica inoltre diventa necessaria in quei casi  in cui il gastroenterologo ha dovuto interrompere la Colonscopia ottica, quali malattia diverticolare avanzata o neoplasia di tipo stenosante, che non consentono allo specialista di completare l’esame, fornendo al chirurgo tutte le informazioni anatomiche, topografiche e vascolari, necessarie per approntare il piano operatorio. Allo stesso tempo sono stati anche evidenziati i limiti della metodica,  che in genere sono rappresentati unicamente dalla impossibilità di effettuare esami bioptici in caso di riscontro di lesioni polipoidi o neoplasia. L’intervento del dottor N. Rizzo, ha messo in evidenza la scarsa informazione dei medici di medicina generale su questa metodica, confusa quasi spesso con la videocapsula, ma soprattutto  la scarsa informazione a livello universitario dei nuovi e futuri  medici di medicina generale; a completare questo quadro poco felice,  la scarsa o non informazione degli stessi pazienti. Inoltre il dottore Rizzo, ha hanno sottolineato il  fatto, che tale metodica, pur mostrando notevoli potenzialità, non risulta nei LEA regionale, auspicandone una maggiore diffusione mediatica ( mediante social, network ) ma soprattutto con meeting tra Radiologi e MMG.

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