Eseguito, presso l’UOS di Emodinamica dell’Ospedale “Gravina”, un delicatissimo intervento con l’ausilio del sistema Ecmo – (ossigenazione extracorporea a membrana), tecnica di circolazione extracorporea che supporta le funzioni vitali del paziente. È la prima volta, in Sicilia, che viene utilizzata l’ossigenazione extracorporea in emodinamica. Questa tecnica viene effettuata con una pompa, che supporta la funzione contrattile del cuore, e con un ossigenatore, che integra o sostituisce temporaneamente la funzione di scambio polmonare. Per realizzare l’intervento il commissario straordinario dell’Asp di Catania, dott. Maurizio Lanza, ha disposto, su richiesta del direttore medico del Presidio e del responsabile dell’UOS di Emodinamica, l’acquisto dell’apparecchio in service. Il percorso diagnostico-terapeutico è stato condiviso dalle equipe mediche dell’UOC di Cardiologia e Utic, di cui è responsabile il dr. Carmelo Fossi, e dell’UOS di Emodinamica, diretta dal dr. Daniele Giannotta. La Direzione medica del Presidio, diretta dalla dr.ssa Giovanna Pellegrino, ha coordinato tutti i processi organizzativi e gestionali per garantire che l’intervento fosse condotto nella massima sicurezza. «Mi congratulo con il dr. Giannotta, con i medici e gli infermieri per l’eccellente risultato – afferma il dr. Lanza -, reso possibile anche dall’efficiente filiera organizzativa e assistenziale attivata per la gestione del caso. È un fatto concreto che testimonia gli ottimi livelli d’assistenza raggiunti, e che rivela, al contempo, la tensione costante allo sviluppo delle perfomance aziendali, alla qualità e alla sicurezza dei servizi e alla crescita delle competenze professionali. Questa Direzione intende incentivare tali percorsi sostenendo il miglioramento dei processi organizzativi e la valorizzazione delle risorse umane». L’intervento è stato eseguito dal dr. Giannotta, coadiuvato dai dirigenti medici, dr. Giuseppe Giacchi, dr. Giuseppe Luca e dr. Sergio Monaco, e dall’equipe infermieristica dell’Emodinamica, con l’assistenza anestesiologica del dr. Gianfranco Morgana, responsabile dell’UOC Anestesia e Rianimazione. Il paziente, 61 anni, sta bene e già in prima giornata post-intervento è stato trasferito nella degenza dell’UOC di Cardiologia dopo una notte trascorsa in Utic dov’è stato attentamente monitorato. «Per le sue gravi condizioni cardiologiche, il paziente non poteva essere sottoposto a un intervento cardochirurgico di rivascolarizzazione – spiega il dr. Giannotta -. Abbiamo quindi deciso di intervenire in emodinamica, avvalendoci dell’ausilio di una macchina cuore-polmone e somministrando una blanda sedazione. Il paziente, pertanto, è rimasto sveglio per tutta la durata dell’intervento. Abbiamo rivascolarizzato con angioplastica tutte le coronarie malate e, ultimato l’intervento, abbiamo subito svezzato il paziente dall’Ecmo, senza nessuna complicanza. Il cuore ha ripreso a battere con un indice di portata cardiaca adeguata». L’Ecmo viene utilizzato per trattare patologie che provocano una inadeguata ossigenazione del sangue e, nelle più recenti versioni, rappresenta una evoluzione della procedura adottata da diversi decenni, in occasione di interventi a cuore aperto.