I tre infettivologi catanesi partecipano a Palermo al Focus sulla lotta alle infezioni correlate all’assistenza. La tematica delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) viene affrontata in Italia da oltre trent’anni, ma rappresenta ancora oggi uno dei maggiori problemi per la Sanità pubblica con circa 530.000 casi l’anno (ECDC 2018). Oggi le infezioni presenti negli ambienti ospedalieri e nei luoghi di cura annessi (es. day hospital ed ambulatori infusionali) rappresentano una sfida cruciale per tutti (ma in particolare per alcune tipologie di pazienti fragili ed ad alto rischio, come ad esempio i malati oncologici, quelli oncoematologici e quelli in terapia intensiva), che spesso potrebbero essere evitabili attraverso scelte preventive appropriate. Come segnalato dall’ECDC, l’Italia è uno degli Stati membri che maggiormente si distingue per la circolazione/diffusione di microrganismi multiresistenti, a causa sia dell’incompleta applicazione di misure efficaci per interromperne la trasmissione, sia dell’inappropriato uso di antibiotici nel campo della salute animale ed umana. Secondo questi dati confrontati con i dati ISTAT 2016, va ricordato che le infezioni ospedaliere oggi causano più decessi degli incidenti stradali. La gravità delle infezioni contratte dai pazienti ospedalizzati, fa rientrare la prevenzione e il controllo delle ICA come argomento principe nel più ampio capitolo del risk management. Infatti ad oggi inoltre molti dei contenziosi Ospedalieri sono generati purtroppo da infezioni gravi che fanno fallire interventi chirurgici ad alta complessità seppur tecnicamente eseguiti in maniera ottimale. I casi segnalati in Europa ogni anno di sole infezioni del sito chirurgico sono 518.000 e si stima che tra il 15 ed il 30% di queste sia prevenibile. Ad es. tra i fattori di rischio di infezione, collegati all’utilizzo delle tecnologie sanitarie, al secondo posto vi è la inappropriata pulizia degli endoscopi, utilizzati oramai quotidianamente in tutti gli ospedali.