Lo ha detto il Presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Catania intervenendo all’Auditorium “Libero Grassi” del Palazzo dei Chierici per il Convegno organizzato da U.GI.PI., FISAPI e dallo Studio Legale Gierrelex dal titolo “Responsabilità medica e medicina difensiva: accertamenti, contenuto e presupposti alla luce della nuova riforma”. “Dopo un iter travagliato e durato anche più del necessario – ha detto Buscema – abbiamo finalmente una legge che significherà certamente un risparmio sugli esorbitanti costi della medicina difensiva, stimati recentemente dal Ministro Lorenzin in circa 15 miliardi di euro, e non è un caso che alla sua stesura abbia contribuito in maniera importante un presidente della nostra Federazione Nazionale, Amedeo Bianco”. Presidente del convegno l’avvocato Luigi Randazzo, componente del CdA della Fondazione Ordine dei Medici e segretario regionale FISAPI Sicilia che ha detto di essere rimasto impressionato dal numero di adesioni al convegno “segno di una necessità di approfondimento sentita da parte di tutti i professionisti sia medici che avvocati”. Il componente del Collegio dei Revisori dei Conti Dott. Salvatore D’Agati dell’OMCeO di Catania si è invece soffermato sugli sbocchi professionali che la Legge 24 avrà specificando gli articoli 15 che prevede l’obbligo di nomina di un medico legale, 16 per il ruolo ed il riconoscimento sempre del medico legale nel risk management delle aziende ospedaliere e l’articolo 4 per il riscontro diagnostico riconosciuto anche ai familiari e per il collegio difensivo composto in maniera multidisciplinare. A gettare acqua sul fuoco dell’entusiasmo per la nuova legge stato però il Dott. Lucio Di Mauro che sul tema principale e cioè questa nuova legge, la 24/2017, tanto attesa sulla responsabilità del medico si è detto “perplesso sulla lettura che daranno gli operatori ed i magistrati in particolare, perché la legge un punto di partenza e non di arrivo”. “Vedo poche luci e tante ombre – ha detto Di Mauro – mi sembra una legge più votata alla economia che non al volere effettivamente recuperare il rapporto medico paziente e la loro necessaria alleanza terapeutica”. Il prof Tommaso Mauceri ha comunque rilevato “una buona linea di fondo che tende ad emancipare la responsabilità medica dal processo penale”.