Sono cifre che spaventano ma, soprattutto, che devono farci riflettere. Quasi nove milioni di italiani (8 milioni e ottocentomila per la precisione) sarebbero incappati in fake news e 3,5 milioni di genitori si sono imbattuti in indicazioni mediche sbagliate. E’ uno dei dati che emergono dal rapporto del Censis, pubblicato qualche giorno fa e dedicato all’automedicazione. Le cifre dicono che 49,4 milioni di italiani soffrono di piccoli disturbi di salute come mal di schiena (40,2%), raffreddore (36,5%), mal di testa (25,9%), mal di stomaco (15,7%) o altri malanni. Il 90,3% dichiara di curarsi da solo. E negli anni è aumentata la quota di persone che si fida dell’automedicazione: erano il 64,1% nel 2007 e sono saliti al 73,4% nel 2017. In un momento molto delicato per la nostra professione medica in cui viene ripetutamente messa in discussione anche una svolta epocale in campo medico come quella dei vaccini questi dati non possono non farci pensare a come le false notizie che circolano in Rete siano un pericolo per tutta la popolazione. L’automedicazione, quando viene effettuata, dovrebbe essere consapevole ed avere immediatamente certezza e conferma dalle parole (sì, proprio le parole, quelle che si usano sempre meno…) del medico. Le false notizie, purtroppo, possono influire non poco sulla situazione clinica del paziente, anche mettendo in dubbio soluzioni acquisite e scientificamente provate nel nome del libero arbitrio e della libertà di scelta deregolata. Ho letto sul quotidiano “La Stampa” che la chiave di volta è il web: oltre una persona su quattro s’informa sulla rete (il 28,4%). Percentuale che sale per i Millennials, i ragazzi diventati maggiorenni dopo il 2000, al 36%. Il 17% degli italiani dichiara di informarsi su siti generici, che non hanno alcuna autorevolezza o certificazione. Difficile prevedere cosa possa accadere, di sicuro istituzioni come la nostra, Ordine dei medici chirurghi ed Odontoiatri, devono proseguire nella propria opera di certificazione dell’informazione e farsi sempre più promotori di una cultura della salute che sia sempre fondata sulle prove di efficacia (Evidenced Based Medicine) e sulle Linee guida espresse dalle singole Società scientifiche.