Nuccio Sciacca
Direttore responsabile
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Intervista all’andrologo Bruno Giammusso
La malattia di La Peyronie, o Induratio Penis Plastica (IPP), è la causa più frequente di incurvamento penieno acquisito. Oltre alle condizioni di deformità congenita dei corpi cavernosi, legate a stati malformativi, un capitolo importante della patologia andrologica è costituito da quelle deformità del pene che insorgono durante la vita adulta, e che nella malattia di La Peyronie trovano il fattore causale pressoché costante.
Ne abbiamo parlato con Bruno Giammusso, responsabile dell’Unità di Andrologia del Policlinico Morgagni di Catania, e Direttore Scientifico della Società Italiana di Andrologia.
Qual è il meccanismo patogenetico responsabile della deformazione peniena da Induratio Penis Plastica, e i sintomi che la accompagnano?
Si tratta di una condizione flogistico-degenerativa che colpisce la tunica albuginea dei corpi cavernosi del pene, determinando la formazione di aree fibrose anelastiche (placche) che alterano le caratteristiche bio-meccaniche del pene in erezione. La sintomatologia è tipicamente caratterizzata dalla deformità del pene in erezione, sotto forma di curvatura, oppure più raramente di strozzatura “a clessidra”, e soprattutto da un accorciamento dell’asta, legato alla perdita di elasticità dei suoi tessuti. Il quadro clinico è costituito esclusivamente da difficoltà relative alla funzione coitale, a causa del dolore che accompagna l’erezione, delle difficoltà meccaniche alla penetrazione in vagina, dell’accorciamento del pene e, meno spesso, di un deficit di erezione. Nessuna ricaduta invece sulla funzione urinaria e sulla fertilità.
Oggi disponiamo dunque di una terapia approvata con specifica indicazione. Ma qual è stata fino ad oggi la strategia di trattamento della IPP?
La terapia farmacologica ha offerto fino ad oggi risultati modesti. Fra le diverse terapie orali proposte negli anni, mantengono oggi un possibile ruolo, ma solo come terapie di stabilizzazione della malattia, la vitamina E e il potassio paramminobenzoato (Potaba). Le molecole ancora oggi utilizzate per infiltrazione locale delle placche di IPP sono il verapamil, l’acido jaluronico e l’interferon alfa2b. Anche alcune terapie fisiche locali, quali la jonoforesi e le onde d’urto, sono utilizzate nella terapia di stabilizzazione, ma sono inefficaci nella correzione delle deformità. In termini di efficacia, i risultati più consistenti appartengono alla chirurgia, ma si tratta di procedure tecnicamente complesse, e potenzialmente invasive nei confronti della funzionalità erettile e della sensibilità del pene. Le tecniche “conservative” eliminano efficacemente la curvatura, rispettando le strutture vascolari e nervose coinvolte nell’erezione, ma presentano il limite, non trascurabile, di accentuare l’accorciamento dell’asta. Le tecniche più “aggressive”, che richiedono l’impiego di innesti di tessuto nelle aree interessate dalla fibrosi, restituiscono al pene le dimensioni originarie, esponendolo tuttavia al rischio di disfunzione erettile post-operatoria. L’impianto di protesi peniena, infine, può essere una valida soluzione, ma espone anch’essa il paziente al rischio di complicanze post-operatorie rilevanti.
E veniamo all’ultima frontiera della terapia farmacologica: la Collagenasi da Clostridio
Presente sul mercato farmaceutico americano da oltre un anno, la Collagenasi da Clostridium histolyticum è stata di recente approvata dalle autorità regolatorie europee, ed è il primo farmaco introdotto nel Prontuario Farmaceutico con specifica indicazione per il trattamento degli incurvamenti del pene secondari a Induratio Penis Plastica. Si tratta di un enzima capace di idrolizzare le fibre collagene che strutturano la placca fibrosa, disgregandola parzialmente al suo interno. Dopo l’infiltrazione dell’enzima nella placca, l’operatore procede con manovre di trazione meccanica del pene, destinate a favorire il cedimento e l’allungamento dei tessuti fibrosi. Il farmaco, che può essere somministrato esclusivamente da medici accreditati presso L’EMA (European Medicines Authority) dopo uno specifico programma di training, è sicuramente efficace, e non presenta effetti collaterali rilevanti, eccetto la formazione di ematomi transitori nell’area di infiltrazione. Un limite certamente rilevante risiede nell’elevato costo del farmaco.
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