La Policistosi ovarica (PCO) è una sindrome multifattoriale ad eziopatogenesi sconosciuta che colpisce circa il 20% delle donne in età riproduttiva, rappresentando la maggiore causa di infertilità e di alterazioni del ciclo. Inizialmente definita sindrome di Stein-Leventhal (1935) in realtà era già stata individuata nel 1721 dall’anatomo patologo Antonio Vallisneri.
I criteri identificativi di tale patologia (Rotterdam’s criteria) sono i seguenti:
- Visualizzazione ecografica delle ovaie policistiche
- Irregolarità del ciclo (oligo/amenorrea)
- Segni di Iperandrogenismo.
Le caratteristiche ecografiche della PCO secondo Adams (1985) sono le seguenti:
- presenza di almeno 10 0 più follicoli con disposizione sottocorticale a catena
- Aumento dello stroma ovarico
- Aumento del volume ovarico (> 10cc).
In realtà l’espressività clinica della PCOS è molto variabile e la sua identificazione in età adolescenziale richiede particolare attenzione, per tali motivi la sua etiologia rimane ancora sconosciuta e oggetto di speculazione. Certamente tale patologia è associata ad un aumento della insulino-resistenza, all’obesità, patologie cardiovascolari, sindrome metabolica, patologia endometriale e mammaria. I segni di androgenizzazione della donna costituiti dall’acne al viso ma anche al tronco, l’irsutismo con un distribuzione della peluria di tipo maschile (in sede ascellare, in zona periombelicale a livello della linea alba, in zona mentoniera) rappresentano le caratteristiche clinico-fisiche più evidenti e determinano un impatto psicologico negativo nelle donne con tale patologia.
A livello clinico diagnostico è importante effettuare uno screening ematochimico con l’effettuazione di dosaggi ormonali (LH-FSH-Estradiolo-Testosterone libero e totale-DHEAS-PRG-PRL-TSH) nonchè uno screening metabolico nei soggetti in sovrappeso (BMI>30) e con anamnesi familiare per diabete( Insulinemia e Glicemia con curva da carico orale).
Le conseguenze della PCOS sulla riproduzione sono costituite da un aumento del rischio di sviluppare un diabete e un’ipertensione gestazionale nonchè un parto pretermine; mentre a livello oncologico un aumento del rischio di iperplasia endometriale e carcinoma endometriale.
Per quanto riguarda la terapia della PCOS è essenzialmente sintomatica, si basa sull’assunzione di un estroprogestico orale, in cui si prediligono i progestinici a spiccata attività antiandrogenica (dal ciproterone acetato e clormadinone, fino a più recenti drosperinone e dienogest) per correggere le irregolarità del ciclo e gli aspetti fisici legati all’acne ed irsutismo. Un corretto stile dietetico alimentare associato o meno all’utilizzo della metformina (500mg o 850 mg x 2-3 volte al dì) si accompagna invece ad una riduzione del peso corporeo con un ritorno alla normale ciclicità ovulatoria ed a un miglioramento degli aspetti psicologici delle donne trattate.
L’Infertilità femminile associata all’ovaio policistico è essenzialmente tratta ta con i farmaci che inducono l’ovulazione (clomifene citrato) e FSH ricombinante, ma si può arrivre nei casi più gravi al ricorso alle tecniche di PMA (Procreazione medicalmente assistita).
Da qualche tempo una nuova possibilità terapeutica è stata introdotta in uso per la terapia della PCOS, si tratta del D-Chiroinositolo. Sostanza presente in molti legumi, nella frutta, nella carruba e nel grano saraceno, ma anche sintetizzata nel nostro organismo a partire dal glucosio.
Il DCI risulta coinvolto nella via di trasduzione del segnale dell’insulina, e viene da questa attivato in seguito al legame con i fosfoglicani delle membrane cellulari, determinando un aumento della gluconeogenesi ed una riduzione del testosterone e del deidroepiandrosterone plasmatico. E’ stato infatti dimostrato che una carenza endocellulare di DCI provoca un aumento dell’insulino-resistenza con secondaria iperglicemia ed iperisulinemia. Perciò la supplementazione dietetica con il D-Chiroinositolo riequilibria i valori glicemici ed insulinemici riducendo la resistenza all’insulina, abbassa i livelli plasmatici di testosterone svolgendo così un’azione antiandrogenica, con miglioramento dell’acne ed irsutismo, e riattiva la ciclicità ovulatoria.
Diversi studi dimostrano come il DCI ripristina la normale ovulazione dopo 6-8 settimane nelle donne con PCOS al dosaggio di 1,2 gr, contrastando quindi l’infertilità (Nestler et al,2013)(La Marca et al,2014), e migliora i parametri endocrini e metabolici con riduzione dell’acne ed irsutismo (Cianci et al,2012).
L’efficacia di del D-Chiroinositolo viene ulteriormente aumentata dall’uso di preparazioni più recenti in cui viene associato con sostanze ad azione antiossidante (Acido Alfa-lipoico e N-Acetilcisteina) unite a particolari enzimi ( S-Ossido dismutasi, SOD)