Appassionato intervento del direttore di Catania medica e consigliere dell’Ordine, nonchè medico di famiglia, Nino Rizzo sulla situazione catanese dei pazienti con osteoporosi al Bone symposium. Rizzo ha rilevato come da anni ormai è in atto un vero e proprio braccio di ferro tra Asp e medici di famiglia etnei che “chiedono solo di continuare a curare i propri pazienti con osteoporosi”. Rizzo ha difeso anche i ripetuti interventi dell’Ordine “tutti a difesa della dignità del lavoro e della professione” criticando l’atteggiamento di sindacati definiti “collaborazionisti” in riferimento alla presa di posizione mancata in difesa di medici “in aperta violazione delle norme contrattuali”. Ma Rizzo ha ricordato soprattutto come “alcuni sindacati resistettero alle violente pretese dell’Asp che confondeva la ipeprescrizione con la inappropriatezza prescrittiva”. Anche se ad oggi, ha sottolineato Rizzo “siamo ancora in un limbo giudiziario ed il procedimento non si è concluso continuano a giungere ai medici comunicazioni che sanno tanto di una sorta di sollecitazione al patteggiamento con l’Asp”. Rizzo non ha mancato di stigmatizzare l’operato dell’Asp che “richiede di portare la dimostrazione dell’appropriatezza prescrittiva in violazione della privacy”. Il medico di famiglia ha poi pubblicamente voluto ringraziare i professori Fiore e Maugeri che hanno dato un importante contributo alla costituzione all’Ordine di una apposita commissione. “Va però rilevato, dati alla mano – ha concluso Rizzo – che oggi il trattamento dell’osteoporosi dei pazienti etnei risente del clima che si è instaurato all’indomani delle denuncia regionale e che l’osteoporosi non è monitorata come si dovrebbe senza contare che Farmanalisi segnala un meno 52% dell’utilizzo dei farmaci per osteoporosi”.