Il ruolo del biofilm nelle ulcere vascolari

Il ruolo del biofilm nelle ulcere vascolari

30 Marzo 2017 Redazione 0

Organizzato dalla SIDV, Società Italiana di Diagnostica Vascolare, si svolge fino al 1° aprile presso l’Hotel Santa Tecla di Acireale, un importante convegno internazionale sulla diagnostica vascolare con la partecipazione dei massimi esponenti del settore. Nella sessione dedicata ai problemi della riparazione tessutale il tema oggetto di discussione è quello del ruolo del biofilm nella diagnostica e gestione delle ulcere cutanee. Ecco cosa hanno scritto per noi Giacomo Failla – U.O.C. Angiologia Ospedale Ferrarotto – Catania e Francesco Paolo – Palumbo Centro Vulnologia – Palermo.

Si tratta di una realtà in continua evoluzione e con ricadute economiche evidenti sia per i pazienti che per l’assetto sanitario. In Italia e nel resto d’Europa un paziente affetto da ulcere necessita di almeno 21 settimane per ottenere la guarigione ed il costo in termini di spesa media resta ancor oggi molto alto. A ciò si aggiunga che molti pazienti necessitano di amputazioni con un ulteriore aggravio di spesa in termini previdenziali. Il biofilm sembra essere una delle cause principali nel cronicizzare le ulcere e nonostante la ricerca abbia fatto passi da gigante (basti pensare all’introduzione delle medicazioni avanzate ed all’uso di nuovi antisettici) ancor oggi si reputa che la maggior parte delle lesioni ne sia coinvolta. Il ruolo del biofilm non è legato soltanto alla sua capacità di crescita ma soprattutto alle difficoltà di eradicazione che sono intimamente connesse a fattori fino a qualche anno fa non evidenziabili (ruolo della genetica batterica, rapporti tra popolazioni batteriche, sostanze prodotte dopo la formazione della barriera biofilmica). Tali difficoltà hanno di fatto rallentato ed ostacolate l’impiego di antibiotici anche di ultima generazione e di sostanze antisettiche in generale rendendo poco efficaci i presidi di volta in volta proposti. Nel corso del dibattito che vedrà la presenza di uno dei padri fondatori della vulnologia moderna, il Prof. George Rodheaver dell’Università della Virginia ed il Dott. Christoph Zoelss di Graz (Austria) , saranno presentati i risultati di uno dei pochi lavori scientifici multicentrico europeo effettuato su un migliaio di pazienti affetti da ulcera cutanea degli arti inferiori utilizzando un nuovo prodotto tecnologicamente avanzato in grado di penetrare la barriera del biofilm. E’ importante sottolineare che la ricerca italiana ha contribuito alla sperimentazione di questo dispositivo partecipando con tre centri (uno in Sicilia) i cui risultati sono stati pubblicati nello scorso mese di luglio sulla rivista “International Wound”.

 

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Redazione

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