Cambiano le regole sulla donazione degli organi in Francia dove, dal primo gennaio 2017, è possibile procedere all’espianto, dopo la morte, se la persona deceduta non ha espresso il suo rifiuto – con l’iscrizione in un apposito registro – anche senza che ci sia il consenso dei familiari. La recente riforma della sanità ha infatti semplificato le procedure, in base al principio del presunto consenso. Serve un esplicito rifiuto che può essere espresso sia con l’iscrizione, anche via Internet, al Registro, oppure affidando a un familiare un documento in cui si dichiara la propria volontà contraria all’espianto. Possibile anche il rifiuto parziale, ovvero la volontà di donare solo alcuni organi o tessuti. L’obiettivo della nuova norma è quella di ridurre le liste d’attesa per gli organi, nel 2105 infatti erano 21.000 le persone che aspettavano un trapianto in Francia e 553, nel 2016, sono morte prima di ottenerlo. Il sistema fino a oggi in vigore prevedeva comunque il ‘Registro dei rifiuti’, ma ai parenti veniva chiesta l’autorizzazione per i non iscritti. Secondo l’autore dell’emendamento alla legge di riforma che ha introdotto le novità, il più delle volte i familiari decidevano sull’onda dell’emozione, spesso pentendosi successivamente. Secondo i dati, infatti, una volta su tre (32,5%) i parenti rifiutano la donazione. E, secondo i numeri pubblicati da Le Monde, c’è una grossa differenza tra le intenzioni dei francesi e la realtà: il 79% si dichiara infatti favorevole, ma solo nel 67% dei casi avviene l’espianto.