Infezioni “esotiche”, grande attenzione ma nessun allarmismo

Infezioni “esotiche”, grande attenzione ma nessun allarmismo

5 Agosto 2024 di: Angelo Milazzo 0

Dengue

Alcuni mesi fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva già messo in guardia le autorità sanitarie di tutto il mondo su quanto il riscaldamento globale e i viaggi transcontinentali stiano incrementando la possibilità della diffusione della Dengue e di altre malattie “esotiche”. Particolarmente interessate sono le zone meridionali degli Stati Uniti. Un netto incremento dei casi accertati si registra in tutti i Paesi del sud dell’Europa, ed, in particolare, in Italia. Dall’inizio dell’anno alcuni milioni di casi accertati sono stati segnalati nell’America del Sud, soprattutto nel Brasile, ma anche in Argentina, a Cuba, ecc. Queste infezioni hanno causato diverse migliaia di decessi. Infatti la malattia ha una mortalità di circa 1 su mille casi.  In Italia nel corso del 2024 sono stati accertati circa 300 casi, dei quali nessuno ha avuto un esito letale. E’ comunque molto difficile determinare un numero esatto di contagi. Infatti spesso l’infezione decorre in maniera asintomatica, soprattutto nei bambini.
Per le sue caratteristiche, questa malattia non può rappresentare a oggi una minaccia di tipo pandemico. La dengue è infatti provocata da quattro virus molto simili fra loro, che appartengono alla famiglia degli Arbovirus, cioè dei virus che possono essere trasmessi da persona a persona solo tramite un artropode, nel caso specifico una zanzara. Il vettore specifico, l’Aedes Aegypti, è lo stesso che trasporta i virus della febbre gialla, di Zika e di Chinkungunya. Quindi i contagi non possono avvenire direttamente tra gli individui, ma richiedono la trasmissione da parte di una zanzara adatta a quel particolare virus. L’Aedes Aegypti ancora non resiste ai nostri climi e quindi è la zanzara tigre, (Aedes Albopictus) che ha talvolta questa capacità. Questi virus non possono essere trasmessi dalle zanzare più comuni, che appartengono al genere Culex.
Interrompere la catena di trasmissione dovrebbe essere teoricamente facile nei paesi più sviluppati. Si potrebbe intervenire con misure di sanità pubblica, finalizzate all’eliminazione delle larve delle zanzare dalle pozze d’acqua. La prevenzione individuale dovrebbe basarsi sull’uso di repellenti cutanei (soprattutto icaridina e DEET) e, in generale, svuotando regolarmente: sottovasi, grondaie e altri possibili contenitori all’aperto.
Essere di ritorno da un viaggio in aree dove la malattia è endemica resta l’elemento più rilevante per sospettare la Dengue. Sintomi frequenti sono: febbre elevata, cefalea intensa, algie retrooculari, ma soprattutto mialgie e artralgie ( febbre “spaccaossa”). Tutti sintomi che però potrebbero comunque dipendere da altre cause più comuni alle nostre latitudini. Anche la possibile presenza di nausea e vomito, e talvolta di un’eruzione cutanea, non permettono di porre una diagnosi definitiva senza ricorrere ad accertamenti del virus. Questi prevedono la ricerca degli anticorpi specifici e la ricerca del virus stesso.
La risposta dell’organismo alla Dengue può essere “paradossale”. Le forme più gravi infatti si verificano con maggiore frequenza alla seconda infezione o a quelle successive. La presenza di anticorpi poco efficaci, infatti, invece di proteggere dall’infezione, facilita l’ingresso del virus nella cellula, con un fenomeno detto ADE (antibody-dependent-enhancement). Se quindi si è già contratta l’infezione in passato, occorre prestare maggiore attenzione ai segni di un’evoluzione verso una forma grave e predisporre quindi un ricovero in ospedale. Contro la Dengue non esistono cure specifiche, ma solo sintomatiche. È stato però autorizzato nel Febbraio 2023 da parte dell’AIFA un vaccino specifico che protegge da tutti e 4 sierotipi del virus, a partire dai 4 anni d’età, commercializzato con la denominazione QDENGA. Viene consigliata una seconda dose, a distanza di 3 mesi. Anche questo vaccino fa parte delle cosiddette “vaccinazioni del viaggiatore”, da raccomandare essenzialmente alle persone che prevedono di viaggiare in zone a rischio.

Chikungunya

L’infezione da virus Chikungunya si trasmette attraverso la puntura di una zanzara femmina del genere Aedes, come l’Aedes Aegypti e l’Aedes Albopictus ( la zanzara tigre). La malattia si manifesta in maniera improvvisa con febbre e dolori alle articolazioni, tali da limitare i movimenti. In alcuni casi, il dolore alle articolazioni può persistere per mesi o per anni. Raramente si verificano complicanze gravi, tuttavia negli anziani può essere una concausa di morte. Nel Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità è attivo il laboratorio di riferimento nazionale per gli arbovirus. Il 28 Giugno 2024 la Commissione Europea ha autorizzato il primo vaccino contro il virus Chikungunya: il vaccino Ixchiq. Viene prodotto dalla Valnelva ed è destinato alle persone con almeno 18 anni d’età. Nelle zone antropizzate tutte le tipologie di zanzare si riproducono in ristagni d’acqua, anche minimi. Tutti dovremmo cercare di eliminare tutti i ristagni d’acqua: sottovasi, contenitori aperti, ecc.

Febbre Oropouche

Oropouche è un arbovirus, trasmesso dalla puntura della zanzara Culicoides paraensis, presente soprattutto in specchi d’acqua e zone boschive. Non è presente in Europa.  Sono quattro i casi finora identificati in Italia. Sarebbero tutti di importazione da Paesi del Sud-America. La Pan American Health Organization ha confermato circa 5.200 casi in quattro regioni: Bolivia, Cuba, Perù e soprattutto Brasile, Paese che da solo registra il 93% dei casi. I sintomi della malattia comprendono: febbre, cefalea, rigidità articolare, fotofobia, nausea e vomito. Sebbene l’andamento clinico grave sia raro, la malattia può evolvere in meningite asettica. L’Oms ha segnalato due possibili casi di trasmissione del virus da madre a feto durante la gravidanza.  Nei casi più gravi i prelievi possono essere inviati all’Istituto Spallanzani di Roma, dove sono in possesso di tutti i test per identificare il virus.

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

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