A volte ritornano: morbillo e varicella

A volte ritornano: morbillo e varicella

14 Marzo 2024 di: Angelo Milazzo 0

Il morbillo

Il virus del morbillo appartiene alla famiglia dei Paramyxovirus e si trasmette da persona a persona sia per contatto diretto, sia per via aerea mediante le goccioline trasmesse nell’aria. Il virus rimane “attivo” nell’aria o sulle superfici fino a 2 ore.

Dopo un periodo di incubazione in media di 10-15 giorni, iniziano a comparire i primi sintomi. I più frequenti sono: tosse, febbre, rinite, congiuntivite, malessere generale. Dopo 4-5 giorni dai primi sintomi, compare il caratteristico esantema definito per l’appunto “morbilliforme” che dura abitualmente 5-6 giorni. A volte permane per qualche giorno desquamazione della pelle. Di solito, una persona è contagiosa da quattro giorni prima e fino a 4 giorni dopo la comparsa dell’esantema. Per confermare la presenza del morbillo è necessario ricercare nel sangue gli anticorpi specifici. Inoltre, può essere effettuato un esame sui fluidi respiratori, nelle urine e/o nel sangue per la ricerca degli antigeni virali. Uno studio dell’Università di Milano e dell’ISS ha confermato la presenza di una variante del morbillo in cui si riscontrano alcune mutazioni (genotipo D8) che determinano una leggera perdita di sensibilità dei test molecolari in uso. Ma i test essenziali per la conferma della diagnosi sono i test sierologici, in particolare il dosaggio delle IgM specifiche, che mantengono sicuramente la loro validità. Si può sicuramente escludere che le mutazioni descritte possano influenzare l’efficacia del vaccino.

Non esiste una cura specifica per il morbillo. Ogni medico sa come utilizzare farmaci sintomatici e quando, in casi particolari, usare gli antibiotici per sovrainfezioni batteriche. La malattia dà, generalmente, immunità permanente.

La maggior parte delle persone guarisce spontaneamente entro 2-3 settimane. Tuttavia, in almeno il 30% dei casi si verificano delle complicazioni che possono portare a morte ogni 1000/2000 casi di morbillo, soprattutto in seguito a complicanze respiratorie e/o neurologiche. La mortalità dell’encefalite morbillosa è superiore al 10% e si stima che il 20-40% dei sopravvissuti subiscano conseguenze permanenti a livello neurologico. Le possibili complicazioni includono: otite media, diarrea e vomito, polmoniti e altre complicazioni respiratorie, tra le quali particolarmente impegnative sono le laringotracheobronchiti dei bambini. Inoltre possono insorgere: stomatiti, aumento delle transaminasi, convulsioni febbrili, cheratocongiuntiviti. Più raramente si possono determinare: anemia, porpora trombocitopenica, neurite ottica. Oltre alle complicanze acute, il morbillo può causare una panencefalite subacuta sclerosante, una rara malattia degenerativa del sistema nervoso centrale che insorge, in media, sette anni dopo l’infezione primaria.

L’unico mezzo per prevenire efficacemente e durevolmente la malattia è il vaccino. E’utilizzato il vaccino combinato contro: morbillo, rosolia e parotite (MPR). Se somministrato sopra i 12 mesi d’età ha una efficacia molto elevata, stimata al 93-95% per una dose e del 97-99% dopo 2 dosi. La seconda dose dovrebbe essere praticata a 5-6 anni d’età. In caso di epidemie, quale quella verificatesi nel 2017, può essere consigliata l’anticipazione della prima dose all’età di 9 mesi, con la raccomandazione però di praticare tre dosi, invece di due.  La vaccinazione è consigliata anche agli adulti che non ricordano di aver contratto il morbillo o che non sono stati mai vaccinati, ma anche se hanno praticato una singola dose. Le due dosi possono essere somministrate a distanza di quattro settimane l’una dall’altra. La vaccinazione, basandosi su virus attenuati ma vivi, risulta controindicata solo nei soggetti gravemente immunodepressi e nelle donne in gravidanza. La vaccinazione, se somministrata entro 72 ore dall’esposizione al virus, può evitare l’insorgenza della malattia o, quantomeno, attenuarne il decorso.  La somministrazione accidentale del vaccino durante una gravidanza non ha fatto mai registrare un rischio di malformazioni superiore alla media. Nonostante ciò, la controindicazione in corso di gravidanza deve rimanere assoluta. Fortunatamente, l’obbligo della vaccinazione con il vaccino MPR per l’iscrizione alla scuola materna, ha fatto registrare un notevole incremento della copertura vaccinale. Questa copertura resta però insoddisfacente tra i bambini di età inferiore a tre anni, e, soprattutto, negli adulti. Ma proprio bambini piccoli e adulti vanno incontro più frequentemente a complicanze. Anche l’ECDC ci ha recentemente ricordato che solo una copertura pari o superiore al 95% della popolazione è essenziale per interrompere la trasmissione della malattia. Infatti la quasi totalità dei casi segnalati nel nostro Paese riguardano soggetti non vaccinati. Nel 2023 oltre 58 mila persone hanno fatto la malattia in Europa. Nel nostro Paese la recrudescenza è molto recente e, fino ad ora, limitata. Ma la situazione è abbastanza preoccupante, in considerazione del numero ancora elevato di soggetti non vaccinati. Nella nostra Asl sono stati già una ventina i casi segnalati. Autori italiani, in uno studio presentato su Infectious Disease Report, hanno auspicato un unico database mondiale e pubblico per conoscere l’andamento epidemiologico globale del morbillo, che è particolarmente preoccupante nel continente africano. Anche la situazione della Romania resta particolarmente critica.

La varicella

La varicella è una malattia infettiva solitamente benigna causata dal Virus Varicella-Zoster (VZV). Ha un’incubazione di 10-21 giorni e si risolve in 7-10 giorni.  L’esantema è assolutamente tipico. Si manifesta in tre stadi successivi che coesistono: bollicine, vescicole/pustole, croste. Si trasmette per via aerea o per contatto. Anche per questa malattia è in corso una nuova diffusione, anche se molti casi non vengono neanche segnalati. La malattia può avere un decorso aggressivo negli adulti, soprattutto in soggetti immunodepressi. L’infezione conferisce un’immunità quasi sempre permanente. Però il virus, come altri herpes virus, tende a rimanere nelle cellule dei nervi spinali per molto tempo. A distanza di anni, in almeno nel 20% degli individui, il virus può “risvegliarsi”, determinando l’herpes zoster. Nei soggetti a rischio di complicazioni si può ricorrere all’utilizzo di Aciclovir, che ha rappresentato il primo farmaco utilizzato per un’infezione virale. Nelle persone particolarmente immunodepresse l’Aciclovir può essere somministrato in vena. Il vaccino specifico è costituito da un virus attenuato. Viene somministrato nella stessa seduta con il MPR, al quale può essere abbinato, in un’unica somministrazione. La nostra Regione è stata una delle prime in Europa ad introdurre la vaccinazione. Le nostre modalità furono praticamente copiate da altri Paesi, come la Repubblica Federale di Germania. E’molto diffusa la falsa credenza che l’herpes zoster non sia una patologia rischiosa. Invece lo zoster può dare serie complicanze, soprattutto nei soggetti fragili, nei soggetti immunodepressi, nelle persone pìù anziane.  La sindrome di Ramsay Hunt consiste in paralisi del facciale con perdita dell’udito. Lo zoster può attaccare nervi e strutture degli occhi. L’eruzione da zoster è dolorosa nel 76% dei casi e pruriginosa nel 63%. Esistono due tipi di vaccino specifico. Il primo è un vaccino a virus vivo attenuato e si somministra con una singola iniezione, utilizzabile dai 50 anni d’età. Il secondo e più recente tipo di vaccino è basato su unità glicoproteiche di superficie del virus. Si somministra in due dosi, con l’intervallo di due mesi. E’stato autorizzato a partire dai 18 anni. Entrambi i vaccini sono molto efficaci nel prevenire la malattia e le sue complicanze. La vaccinazione viene particolarmente raccomandato agli over-65 e a tutti i soggetti con patologie croniche, tra cui il diabete. E’particolarmente importante proteggere soggetti con malattie reumatologiche, con patologie tumorali o che praticano terapie con steroidi.

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

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