H1N1 e VRS protagonisti della seconda fase delle epidemie invernali

H1N1 e VRS protagonisti della seconda fase delle epidemie invernali

7 Febbraio 2024 di: Angelo Milazzo 0

Si registra finalmente un calo della diffusione del Covid, legato soprattutto alla variante JN.1, ma anche alla variante EG.5. La seconda fase delle epidemie da virus respiratori è stata invece dominata dal Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) e da virus influenzali di tipo A, rappresentati nel 99% dei casi dal sottotipo H1N1pdm09. Non trascurabile è risultata anche essere la diffusione di altri virus respiratori, soprattutto: Rhinovirus, Coronavirus diversi dal Sars-Cov-2, Adenovirus, Metapneumovirus, Virus parainfluenzali, Bocavirus. Sono risultate anche frequenti le co-infezioni di più virus e batteri.

Influenza

L’istituto Superiore di Sanità ha confermato che il virus H1N1 pdm09 è in buona sostanza un ceppo derivante da quello che ha causato la pandemia influenzale nel 2009-2010, nei confronti del quale i vaccini autorizzati possono fornire una valida prevenzione. Il ceppo emerse in Messico nel 2009 e presenta una ricombinazione nel suo genoma tra ceppi aviari, suini e umani. I virus influenzali noi non li possiamo eradicare, poiché hanno la capacità di variare continuamente e perché i loro serbatoi sono animali. Il virus H1N1 ha un corredo genetico costituito da 8 “bastoncini” in sequenza che si ricombinano scambiandosi i pezzi. E’indispensabile quindi aggiornare ogni anno i vaccini. A differenza del Covid, l’influenza colpisce soltanto durante la stagione invernale. Quest’anno i sintomi sono stati molto vari: febbre che aumenta anche repentinamente, faringodinia, disfonia, osteoartralgie, astenia anche marcata, tosse secca, rinorrea, bruciore agli occhi e lacrimazione, cefalea, disturbi del sonno, perdita di appetito. Sono risultati frequenti anche: nausea, disturbi digestivi, crampi addominali, diarrea. La durata dell’infezione dipende soprattutto dall’età della persona colpita, dalle sue complessive condizioni di salute, dai livelli di efficienza del suo sistema immunitario.  I pediatri hanno assistito a scenari mai visti negli ultimi anni, con tanti ricoveri legati alle diverse complicanze: inappetenza e disidratazione, broncopatie con complicanze batteriche, convulsioni febbrili con quadri a volte di encefalite, miositi. Queste problematiche rendono ancora più incomprensibili ed inaccettabili situazioni di “esitazione” o di vero e proprio “analfabetismo” nei confronti delle vaccinazioni, diffusi addirittura anche tra gli operatori della sanità. La copertura vaccinale tra i bambini non è neppure migliorata con l’utilizzo dei maneggevolissimi vaccini in formulazione di spray nasale. Sconfortanti sono anche i dati che attestano lo scarsissimo utilizzo dei farmaci antivirali orali. Ricordiamo: l’Oseltamivir che può essere utilizzato anche nei neonati a termine e lo Zanamivir, che può essere utilizzato anche nei bambini, dai 5 anni in su. Questi farmaci possono essere molto utili anche nella profilassi post-esposizione. 

Bronchioliti

Particolarmente virulenta è risultata essere l’epidemia di bronchioliti nei bambini, causata soprattutto dal VRS. Gli accessi ai P.S. pediatrici sono aumentati in misura esasperante. Secondo i dati diffusi dall’AOU “G. Martino” di Messina, dei bambini portati al P.S. almeno il 20% sono risultati essere affetti da patologie respiratorie. Tra questi, nel 10% dei casi è risultato necessario il ricovero in pediatria e nel 4% in terapia intensiva neonatale. Per fortuna la reidratazione e la somministrazione di ossigeno ad alti flussi hanno permesso di limitare i ricoveri ma, nonostante ciò, i ricoveri per bronchiolite sono stati riferiti in molti reparti pari a circa il 90% dei ricoveri complessivi.  Tale situazione ha fatto riemergere la situazione di una grave carenza di posti in Terapia Intensiva Pediatrica, condizione già evidenziata anche sulla prestigiosa rivista Lancet. Tale carenza, rispetto agli standard dell’UE, è massima al sud e nelle isole (67%), è del 47% nelle regioni del Nord, e del 2,2% nel Centro-Italia. 

La diffusione di patologie gravi da VRS risulta ancora più intollerabile dopo l’autorizzazione da parte della Commissione Europea di un vaccino anti-VRS, a seguito della raccomandazione da parte dell’EMA. Purtroppo le nostre Autorità non hanno raggiunto un accordo sul prezzo con l’azienda produttrice. Si spera che sia disponibile prima della prossima stagione invernale. Tale vaccino (Abrysvo) è indicato per l’immunizzazione passiva dei neonati dalla nascita fino ai 6 mesi d’età mediante la somministrazione alla madre durante l’ultimo trimestre di gravidanza. Dovrà essere consigliato anche agli adulti over-60, poiché il VRS può provocare gravi broncopatie anche tra le persone anziane. Si aggiungerà quindi alle altre vaccinazioni che già vengono consigliate negli anziani: anti-influenzale, anti-pneumococco, anti-Covid e anti-Zoster. 

Esiste da tempo un anticorpo monoclonale, il palivizumab, che dovrebbe essere utilizzato in tutti i neonati sotto la trentaduesima settimana gestazionale, che presentano fattori di rischio. E’prevista una somministrazione mensile, per complessive 5 dosi. Purtroppo motivazioni finanziarie fanno limitare in molte aziende l’utilizzo di questo monoclonale. Sempre per motivazioni economiche le nostre Autorità non hanno ancora autorizzato l’utilizzo di un più recente anticorpo monoclonale specifico: il Nirsevimab, nonostante l’approvazione da parte dell’EMA. Questo dovrebbe essere utilizzato in mono-somministrazione, quanto meno in tutti i neonati e nei bambini più piccoli maggiormente a rischio di complicanze, nella stagione di possibile contagio.

 La prevenzione delle infezioni da VRS resta quindi un essenziale bisogno medico: finora insoddisfatto.  

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

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