Covid: antibiotico-resistenza e antimicrobico-resistenza

Covid: antibiotico-resistenza e antimicrobico-resistenza

28 Novembre 2022 di: Angelo Milazzo 0

Covid e antibiotico-resistenza

Dopo alcune settimane di rallentamento sono tornati decisamente a crescere i casi di covid, dovuti anche alle nuove sottovarianti di Omicron B.Q.1 e B.Q.1.1, note soprattutto con le denominazioni di Cerberus e Gryphon. Queste circolano sempre più frequentemente anche in Italia e hanno dimostrato un indice di trasmissibilità superiore a 15, per cui ogni persona contagiata è in grado di infettarne almeno altre 15. Gli incrementi dei ricoveri sono notevoli in termini di percentuali, ma restano ancora non allarmanti in termini assoluti.
Bisogna quindi rilanciare con forza le vaccinazioni e i richiami vaccinali. Le quarte e quinte dosi risultano sempre più necessarie per i soggetti anziani e per i soggetti fragili. Soprattutto i recenti vaccini bivalenti hanno dimostrato una buona protezione, anche nei confronti delle più recenti sottovarianti. Le dosi booster sono ineludibili, poiché i vaccini hanno dimostrato di evocare protezioni molto valide, ma poco durature. Importante è stata la decisione dell’Ema di estendere a bambini dai 5 agli 11 anni l’utilizzo del vaccino bivalente contro BA.4 e BA.5. Il trattamento tempestivo con l’antivirale Paxlovid dimezza il rischio di ricovero per covid e riduce di tre quarti il rischio di morte.
Uno studio condotto dai CDC americani ha però accertato che meno di un terzo dei pazienti per i quali è indicato riceve il trattamento. Anche il Remdesivir, che aveva dimostrato risultati buoni, ma non entusiasmanti nel corso dei ricoveri, è invece capace di ridurre dell’87,5% la necessità del ricovero, nonché la mortalità, se somministrato entro 5 giorni dall’inizio dei sintomi. Non bisogna altresì dimenticare che ci sono anticorpi monoclonali che mantengono la loro efficacia anche nei confronti delle più recenti sottovarianti. Sono il Sotrovimab, che richiede un’unica somministrazione per via endovena, e l’associazione di Tixagevimab con Cilgavimab, che invece richiede due somministrazioni intramuscolari. Tutti questi farmaci debbono essere utilizzati soprattutto nelle persone anziane con comorbilità, pazienti oncologici e soggetti in stato di immunodepressione, di qualsiasi tipologia.
Uno studio imponente appena pubblicato su Nature Communication ha evidenziato che una proteina “chaperone” indicata con la sigla GRP78 svolge un ruolo essenziale nella penetrazione di Sars-Cov-2 nell’organismo, ed in particolare nelle cellule epiteliali polmonari umane. È stato identificato un inibitore della proteina, denominato Thapsigargin. Questo e altri inibitori di GRP78 verranno testati e potranno rivelarsi utili per il trattamento anche di altri Coronavirus che dipenderanno dalla stessa proteina per l’ingresso e la replicazione nelle cellule umane.

Antimicrobico-resistenza

L’antimicrobico-resistenza è legata ogni anno a 11 mila decessi in Italia e a 35 mila decessi in UE, con un costo stimato in 11 miliardi da qui al 2050. Su 9 milioni di ricoveri ospedalieri ogni anno in Italia le infezioni colpiscono tra il 5 e l’8% dei pazienti ricoverati, causando 7 mila decessi l’anno. Risulta fondamentale implementare le campagne vaccinali, in particolare tra gli adulti, diffondendo la cultura vaccinale sia tra i cittadini, sia tra gli operatori sanitari. Bisogna insistere sulle vaccinazioni più necessarie, cioè quelle contro: virus influenzali, Covid, Pneumococco, Herpes Zoster, Meningococco, Haemophilus Influenzae.
La prevenzione delle infezioni resta il più potente strumento di cura. La deroga all’uso di mascherine almeno di tipo FFP2 e della disinfezione delle mani in ambito sanitario sarebbero delle misure dissennate. Parimenti irrazionale appare la proposta di non fare effettuare più un tampone di controllo agli ammalati di Covid. Il problema è soprattutto intra-ospedaliero. Ogni ospedale dovrebbe: 1) elaborare e mettere in pratica un programma di controllo; 2) implementare la diagnostica microbiologica rapida; 3) realizzare un uso appropriato degli antibiotici, non privando i pazienti con infezioni gravi della possibilità di ricevere anche gli antibiotici più recenti.
I mass-media, soprattutto quelli pubblici, dovrebbero condurre campagne di informazione in modo da far capire a tutti i cittadini gli effetti negativi di un uso sbagliato degli antibiotici. Fortunatamente la ricerca ha conosciuto un certo risveglio. Nei riguardi degli antibiotici ci sono in atto nel mondo 217 progetti in sviluppo pre-clinico ed 80 in sperimentazione clinica. Sono poi 61 i vaccini in sviluppo clinico contro le infezioni batteriche resistenti e 94 in fase pre-clinica.   

 

  

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

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