Covid-19, la pandemia continua: la situazione al 18 aprile 2022

Covid-19, la pandemia continua: la situazione al 18 aprile 2022

20 Aprile 2022 di: Angelo Milazzo 0

Cala ufficialmente l’incidenza di Covid-19 che passa, secondo i dati del Ministero della Salute, da 776 a 717 casi per 100 mila abitanti. In realtà, il contact-tracing è completamente saltato e i casi reali sono molti di più di quelli ufficiali. Basta confrontare i nostri dati con quelli dei partners europei più importanti.
Negli ultimi 28 giorni in Italia sono stati registrati 1.915.490 casi con 3855 morti. In Francia sono stati rispettivamente 3.518.383 e 3195. In Germania 5.284.133 con 6232 morti. Spiegazione, da noi i casi che non vengono contati sono moltissimi. Infatti, non risultano diminuiti i tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva ed in area medica rispettivamente al 5 e al 15,8%. Dal 4 aprile praticamente la totalità dei campioni sequenziati ha dimostrato la presenza della variante Omicron. Le frequenze delle sottovarianti identificate sono state: BA.1: 11,8%; BA.2: 86,6%; BA.3: 0,2%; XJ: 0,5%; XL: 0,9%. La persistenza della pandemia quindi non giustifica la smobilitazione da parte dei governi occidentali del sistema di sicurezza, che ha già prodotto la chiusura degli hub vaccinali e che si propone l’abolizione di fatto dei green-pass e, persino, delle mascherine. Tutto ciò, mentre sono ancora circa 6,9 milioni le persone over-12 che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,65 milioni temporaneamente e parzialmente protette in quanto guarite da Covid-19 da meno di 180 giorni. Di conseguenza, sono ancora 4,25 milioni gli adulti senza alcuna dose vaccinale

Scarsa, finora inferiore al 10%, la risposta alla raccomandazione di effettuare una “quarta dose”ai soggetti dagli 80 anni in su, agli over-60 con comorbilità importanti, ai soggetti ospitati nelle RSA. I dati che arrivano da Israele riguardanti soggetti over-60 che avevano praticato una quarta dose, dopo almeno 4 mesi dalla terza, dimostrano una protezione del 50% dalla malattia sintomatica, del 70% dai ricoveri, del 75% dai decessi. La scarsa adesione attuale dimostra che non basta l’adesione individuale, ma occorrono strategie di chiamata attiva.
Assolutamente insoddisfacente e ferma al 34% la vaccinazione dei bambini dai 5 agli 11 anni, dei quali però quasi un quarto ha contratto l’infezione nel corso degli ultimi mesi. Difficile da smontare la convinzione della benignità dell’infezione nei bambini. Un imponente Studio effettuato in Danimarca ha dimostrato che 50 bambini su 10 mila hanno dovuto ricorrere a cure ospedaliere, e di questi 10 sono finiti in rianimazione. Nei 2 mesi successivi, 5 su 10 mila sono andati incontro alla sindrome MIS-C e altrettanti hanno sofferto una paralisi di Guillan-Barrè. Tutta la letteratura riporta una frequenza di almeno il 10% di numerose e svariati disturbi nei sei mesi successivi all’infezione, denominati anche come Long-Post-Covid-19. Sugli adolescenti vaccinati con ciclo completo si è registrata una protezione del 93%, rispetto ai non vaccinati.
Nel Rapporto pubblicato nei giorni scorsi dall’Istituto Superiore di Sanità viene dimostrato come la campagna vaccinale condotta fino al 31 dicembre 2021 è riuscita ad evitare 3 milioni di infezioni, 300 mila ricoveri, 38 mila ricoveri in terapia intensiva, e 78 mila decessi. Nel solo mese di gennaio 2022, dominato dalla variante Omicron, la vaccinazione ha evitato: 5 milioni di infezioni, 230 mila ricoveri, 20 mila ricoveri in intensiva, e 74 mila decessi.
Altri dati della letteratura che impongono a non demordere nelle campagne vaccinali, sono quelli che dimostrano una nettissima riduzione della carica virale infettiva nei soggetti vaccinati. Persino nei confronti delle variabili Omicron, la vaccinazione abbassa di 5,3 volte la capacità di infettare.
Ma, adesso, è il tempo di puntare sugli antivirali orali. La possibilità del medico di famiglia di prescriverli e della farmacia territoriale di turno di erogarli in DPCM risulteranno fondamentali per una efficace possibilità di uso nei soggetti particolarmente a rischio, nei primi 5 giorni di malattia. La posologia raccomandata per il Paxlovid è di 3 compresse mattina e sera, per 5 giorni. Per il Monupiravir è prevista l’assunzione di 4 compresse due volte al giorno, sempre per 5 giorni.

 

Autore

Angelo Milazzo

Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps),


Email: milazzo@cataniamedica.it

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