La gestione di una malattia infettiva è competenza del dipartimento di prevenzione territoriale e della specialistica ospedaliera anche se nel caso di una epidemia o pandemia l’organizzazione sanitaria riguarda tutti gli operatori sanitari con l’adozione di un sistema a rete,unico in grado di assicurare il mantenimento delle condizioni di salute del cittadino.Non si può trascurare in pandemia la tempestiva organizzazione del sistema sanitario tanto che un piano sanitario pandemico nazionale e regionale era stato predisposto in tal senso.Aggiornato ed attivato avrebbe consentito di ridurre al minimo il rischio di trasmissione della malattia altamente diffusiva limitandone morbosità e mortalità.La sanità territoriale ed ospedaliera avrebbe agito secondo percorsi e procedure note e condivise con modelli organizzativi predisposti capaci di limitare i contatti, con sorveglianza del sistema di igiene pubblica capace di proteggere popolazione ed operatori del servizio pubblico.Evidenti le fragilità emerse con ritardi nell’allarme pandemia e carente organizzazione di sistema fra territorio ed ospedali.
La non visibile presenza di strutture territoriali ,la loro rallentata funzione,la carente o assente integrazione fra ospedale e territorio,l’assenza di cure realmente risolutive ha fatto il resto con allargamento dei confini di una vera catastrofe sanitaria in parte evitabile.Il radicamento della sanità territoriale ha dimostrato di essere fondamentale in corso di pandemia come dimostra la situazione in Toscana mentre disastrosa per la popolazione è stata la emarginazione delle attività territoriali in Lombardia con la sua nota scelta ospedalocentrica. Una veloce riflessione su quanto accaduto è indifferibile e deve imporre un vero cambiamento di rotta verso una medicina territoriale che sia fortemente strutturata con vera integrazione fra sistema ospedaliero e territorio.
Si deve legittimare l’attività della sanità nel territorio con presa in carico dei pazienti fra territorio ed ospedale quale sistema sanitario unico per la centralità dei malati.
Fondamentale l’utilizzo di tecnologie esistenti che consentono in sicurezza l’esercizio di attività sanitarie nell’interesse dei cittadini specie in pandemia e per i malati cronici.
Un vero concreto esercizio del diritto alla salute ,costituzionalmente garantito, si potrà avere solo costruendo e radicando la sanità del territorio integrandola con il sistema degli ospedali.