Grimaldi (FIMMG):”Un errore aver trascurato la medicina generale”

Grimaldi (FIMMG):”Un errore aver trascurato la medicina generale”

25 Ottobre 2020 Redazione 0

Un articolo di Domenico Grimaldi, Segretario Generale FIMMG Catania

La sostenibilità del servizio sanitario pubblico e la corretta gestione delle malattie croniche e delle epidemie di malattie infettive ad alta diffusione di contagio rappresentano un irrisolto problema di sicuro da non sottovalutare.
La recente pandemia virale in atto ha mostrato come aver trascurato il territorio  per così tanto tempo ha determinato una cattiva gestione della stessa in particolare nelle regioni dove il territorio e’ stato da tempo destrutturato e depotenziato con emarginazione di fatto della medicina generale.
L’incremento costante della popolazione anziana ha determinato un aumento rilevante dei malati cronici con malattie ad elevata complessità comunque  da costringere i medici di medicina generale a dover gestire questioni di salute non semplici in un territorio con una organizzazione socio sanitaria inidonea a causa della frammentazione dei vari  singoli interventi.Vengono messe in campo sul piano organizzativo soluzioni parziali non esaustive,in una logica non producente di medicina di attesa  di per se’ incapace di rallentare l’evoluzione della storia naturale delle malattie croniche,in ogni caso non adatte a rallentare o meglio ancora evitare la comparsa di complicanze  gravi.
Il costo economico della non differibile azione nei confronti della gestione delle malattie croniche e’ di certo rilevante,tuttavia non può non essere tenuto in giusto conto l’enorme spreco di risorse ad oggi utilizzate per scopi non utili al raggiungimento dei migliori risultati di salute.
Occorre cambiare al più presto la strategia d’azione intervenendo sulla progressione ineluttabile delle malattie croniche che se lasciate a se stesse causeranno sofferenze e disabilità ad elevatissimo costo sociale e sanitario.Occorre agire sinergicamente bloccando ove possibile e comunque rallentando le complicanze di questi numerosi malati,considerando tale attività dovere della classe medica ,non ulteriormente differibile,realizzabile solo con decisioni  politiche regionali che concretamente ne consentano la realizzazione .
Transitare organizzativamente verso un sistema più adatto alla presa in carico dei malati cronici permetterebbe una moderna efficace gestione dei malati con una medicina di famiglia diversa ,proattiva,di iniziativa.Bisogna di conseguenza migliorare non solo la quantità ma anche la qualità della vita di tanti cittadini in età avanzata purtroppo spesso non autosufficienti perché non invecchiati in buona salute.
La politica della sanità pubblica dovrebbe quindi ridefinire le modalità organizzative  del lavoro dei medici d famiglia e degli specialisti per riuscire a condividere i percorsi di diagnosi e cura adatti  alla presa in carico dei cronici,investendo in tal senso le indispensabili mai assegnate risorse per favorire il radicale cambiamento positivo nell’interesse della salute dei cittadini residenti nella nostra Regione.
La medicina generale per essere all’altezza della sfida ri modulerà  la sua attività in un ottica  proattiva adatta alla gestione condivisa con gli specialisti.
Il bisogno di cambiamento nel territorio,da troppo tempo trascurato,e’ imprescindibile dal l’impiego delle tanto attese risorse perché bisognerà dotarsi di nuovi modelli di organizzazione nel territorio nell’interesse della qualità della assistenza sanitaria e a beneficio della popolazione.La medicina di famiglia non può continuare a perdere o cedere competenze esclusive ad altri se vuole veramente essere il motore della tardiva organizzazione del territorio in Sicilia.
Di sicuro maggiore sarà la complessità organizzativa a parità di impegno clinico,tuttavia la migliore organizzazione che comporterà di sicuro un maggior onere a carico della Regione di fatto determinerà più tempo a disposizione del medico per le attività cliniche con maggiore qualità della professione esercitata da parte di un professionista che sarà vero motore di cambiamento delle attività nel territorio.
Il cambiamento della società in cui viviamo ed operiamo,la modifica dei ruoli in sanità ,la diminuzione dei posti letto ospedalieri,la necessità di dover prendere in carico i malati cronici hanno modificato le regole di attività della medicina generale con notevole incremento delle attività burocratiche,non cliniche,facilmente identificabili secondo schemi,regole e procedure,sanzionabili.
Dobbiamo bloccare questa deriva ripensando i modelli,le funzioni ed il ruolo allo scopo di realizzare la vera centralita’ del malato riportandolo al centro del sistema sanitario insieme al suo medico di famiglia che dovrà diventare la vera forza del cambiamento .
Dobbiamo lavorare per favorire la trasformazione delle conoscenze e competenze personali dei medici di medicina generale in un patrimonio di conoscenze comuni.Non è più tempo di attendere  bisogna agire anche se potrà essere fatto realmente solo cio’ che e’ condiviso dal decisore politico .
I medici di famiglia hanno allo stato attuale un profondo disagio,non riescono più a valorizzare le loro abilità ,le esperienze e le conoscenze.Ad aumentare le nostre difficoltà quotidiane ci sono regole stringenti,oneri amministrativi e burocratici enormi.I medici di famiglia compiono  ogni giorno sforzi immani a stare dietro ai continui, spesso insensati,cambiamenti di regole e procedure che pare debbano essere rispettate solo dai medici di medicina generale.Nessuno tiene in conto la valorizzazione del duro lavoro svolto tendendo piuttosto alla emarginazione della categoria.
Ci resta poco tempo cari colleghi per comprendere che è tempo di superare divisioni e frammentazioni.Dobbiamo procedere insieme,con condivisi percorsi comuni,occorre potenziare la domiciliarita’,le cure intermedie,transitando velocemente dalla situazione attuale ad un servizio che sia più efficace ed efficiente,unica possibilità per assicurare la sostenibilità di un sistema sanitario nazionale universale e solidale,irrepetibile.
Alla intera classe politica dirigente un caloroso appello a tenere in conto che non può esistere un servizio sanitario pubblico con una buona rete ospedaliera  senza che vi sia un buon territorio.
Alla professione medica ed agli ordini professionali  un forte invito a difendere ad ogni costo l’essere medico ed Uomo indispensabile per conservare un ruolo nella attuale società,riformando  la incapacità ad autogovernarsi vista la evidente alterazione dell’equilibrio fra quella che è la libertà del medico e l’uso a volte non appropriato di mezzi di coercizione.
Ricominciamo tutti insieme,ciascuno con la sua dignità e ruolo e’ tempo di provarci senza remore e pregiudizi.Non deleghiamo ad altri, considerati i recenti risultati,la gestione della nostra nobile professione,torniamo alle radici con una mentalità naturalmente adeguata ai  tempi.

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Redazione

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