Coronavirus, la lettera dei medici di famiglia agli assistiti

Coronavirus, la lettera dei medici di famiglia agli assistiti

18 Marzo 2020 Redazione 0

Carissime e carissimi,
in qualità di vostro medico di famiglia, vi informo che sono ad alto rischio di contagio e ad alto rischio di essere fonte di contagio da Coronavirus. Per questo vi invito, oltre a stare a casa e a rispettare le regole dell’igiene, a non venire in studio se non è veramente necessario. Se proprio dovete venire, dovete prima telefonare, per evitare incontri con altre persone. Anche per prendere una ricetta dovete essere disciplinati, esattamente come quando andate a fare la spesa al supermercato.
Noi medici e infermieri non siamo eroi come ci avete chiamato, quando abbiamo scelto la nostra professione ne conoscevamo la bellezza e i rischi. Qualcuno di noi si è ammalato, qualcuno è morto di coronavirus.
Non siamo eroi, abbiamo le vostre paure, la nostra famiglia, i nostri affetti e i nostri sogni da realizzare. Non vogliamo che un virus si porti via tutto. Per questo vi chiedo di stare a casa.
Noi medici di famiglia siamo stati un po’ abbandonati. Ci hanno messo in prima linea senza dotarci delle protezioni necessarie. Combattiamo contro un nemico che non conosciamo ed è come trovarci a mani nude di fronte ad un nemico ben armato. Per questo vi dico state a casa se non è strettamente necessario. Io continuerò a visitarvi, perché la missione che ho scelto mi impone deontologicamente di mettere al primo posto la cura della vostra salute. Le scorte dei pochi dispositivi di protezione che sono riuscito a procurarmi stanno per finire. Vi ho visti per strada, con le vostre mascherine (ma dove le trovate?), arrabbiarvi se qualcuno entra nel vostro metro. Io per visitarvi devo starvi vicino. Per farlo senza correre troppi rischi, per voi e per me, dovrei avere 2 mascherine per ogni visita, una per voi e una per me. Me ne sono rimaste 2. Fate un po’ voi. Le istituzioni sanitarie che dovrebbero dotare noi medici di famiglia delle protezioni se ne sono lavate le mani, forse fraintendendo le raccomandazioni degli esperti epidemiologi. Sebbene sia intollerabile, questa è la realtà. Per questo vi invito a rimanere a casa. Ve lo dico con la sofferenza di chi ha sempre privilegiato il rapporto umano nella relazione di cura, ma questo virus ha cambiato i comportamenti di tutti, anche di noi medici. Dobbiamo stare attenti, perché ci prende alle spalle. Vi sarei grato se qualcuno potesse darmi qualche mascherina, oggetto del desiderio ormai introvabile, o indicarmi dove potere approvvigionarmi a mie spese. Vinceremo questa battaglia, torneremo a stringere le nostre mani e non dimenticheremo più come dobbiamo lavarle. Un abbraccio a tutte e a tutti voi dal vostro medico di famiglia.

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Redazione

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